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Test MissBiker: Suzuki GSR750 SP ABS: il giusto equilibrio

23/09/2016
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“Una naked sportiva”
Descrivere così la Suzuki GSR 750 SP sarebbe quasi diminutivo nei suoi confronti. È una moto che ti dà la sensazione che ti potrà portare ovunque, che sia un viaggio da 2000km o un giretto per andare a prendere un caffè al bar, una passeggiata fra le colline o qualche giro in pista. Si, è vero, ti porterà ovunque e lo farà con quel senso di divertimento facile, alimentato da un motore potente e una posizione in sella da una vera Streetfigher.

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Che cos’è quindi la Suzuki GSR750 SP ABS?

A cominciare dal motore (derivato da quello della GSXR750 K5), uno strepitoso quattro cilindri in linea, rinomato per la sua linearità e per la sua potenza. Il motore è stato rivisto nella distribuzione e nei condotti per ottenere ancora più coppia e più fruibilità per strada, riuscendo ad ottenere coppia e potenza subito, fin dai bassi regimi. Il grande cuore della GSR eroga ben 106cv a 10000giri e una coppia di 80nm raggiunti a 9000 giri. Il telaio, un compatto traliccio perimetrale in acciaio, è ben bilanciato e conferisce alla GSR una buona dose di rigidità. Quest’ultimo è sorretto da una forcella anteriore rovesciata Kayaba da 41mm, regolabile nel precarico della molla, e da un mono posteriore con 7 posizioni di regolazione. I cerchi leggeri a tre razze sono realizzati in lega leggera di alluminio e montano un impianto frenante anteriore a doppio disco 310mm flottante con pinze Tokiko a due pistoncini e un disco posteriore da 240mm con una pinza Nissin da un pistoncino. Per completare l’offerta, la GSR 750 presenta anche un sistema di ABS anteriore e posteriore. La versione SP è un’edizione speciale della GSR750, equipaggiata con la componentistica Valter Moto Components.  Il manubrio, a piega bassa, permette un’impostazione ergonomica più caricata in avanti, e conferisce maggiore feeling e controllo della moto. Poi, tutti i particolari e i dettagli che rendono la GSR 750 ancora più filante ed elegante: i contrappesi Extreme in alluminio anodizzato, il coperchio del contenitore del liquido freni, i tappi del radiatore e del rabbocco del olio, il portatarga minimal, le ghiere di regolazione della forcella e le sottili frecce a LED. Non potevano mancare anche lo scarico Yoshimura ed i tamponi paratelaio.

Questi sono i dati sulla carta (anzi, sullo schermo). Parlano di una moto divertente e aggressiva, sborona al punto giusto e soprattutto facile e intuitiva. Appena ti trovi in sella alla GSR750 però, tutti questi dati si scordano, e rimane solo il piacere di guidare: ricordi lontani di numeri di Avancorsa e di angolo del canotto si trasformano in sensazioni di agilità e maneggevolezza che in mezzo al traffico cittadino lasciano i maxiscooter con la bocca aperta. Le geometrie del telaio ed il triangolo ergonomico si traducono in una posizione “sulla” moto, sempre in controllo e pronta per cambi di direzione scattanti di frenate ed accelerazioni potenti. I dati dell’erogazione della potenza e della coppia del motore si trasformano in un battito del cuore accelerato e in un sorriso malvagio sotto il casco. È vero: questo 750 “riprogrammato” per l’uso stradale permette di affrontare quasi tutte le situazioni con una coppia corposa e sempre prevedibile, con una potenza che basta e avanza e che non mette in difficoltà, anzi, agevola la guida rendendola più scorrevole. Un’erogazione fluida fin dai bassi (intorno ai 2.500 giri!) permette di mantenere la terza e la quarta marcia anche nei percorsi molto variabili. A volte capitava di sentire come se la moto non avesse abbastanza potenza, ma poi mi accorgevo che viaggiavo in quinta ai sessanta all’ora tra le curve in collina… Questo motore permette di fare anche questo, oltre alle partenze in seconda senza nessun problema. Il cambio, che grazie alla potenza del motore viene utilizzato meno del solito, è leggero e preciso. Presenta una corse un po’ lunga della pedivella per passare dalla prima alla seconda marcia rimanendo a volte in folle invece che arrivare in seconda. Una questione di abitudine che permette però di trovare facilmente la folle.

LA CACCIA ALLE SUPERSPORTIVE

È vero che la Suzuki GSR 750 è derivata dalla supersportiva GSXR, è una Naked con un’impostazione comoda e un interasse più lungo, anche se di poco. Una guida più rotonda, più morbida ma comunque attiva e coinvolta, con un’accelerazione feroce in uscita di curva: è questa la ricetta che permette alla GSR750 di diventare l’arma perfetta per andare a caccia di supersportive sui passi, o semplicemente per divertirsi andando al lavoro in città.

Ci piace: il Motore con la M maiuscola, un telaio bilanciato con un raccordo stretto tra serbatoio e sella, quest’ultima, anche se alta 81cm dal suolo, è sfiancata e permette di appoggiare saldamente i piedi per terra. È un insieme che funziona molto bene.

Ci piace meno: nulla da segnalare.

Verdetto Finale: La GSR750 SP ABS presenta un equilibrio talmente azzeccato tra maneggevolezza, comodità e potenza che mi era chiaro fin da subito che questa sarebbe stata una moto da cui sarebbe stato difficile separarsi al termine del test.

MOTOMANIACA di Bella Litinetski.
Grazie a: SUZUKI MOTO http://moto.suzuki.it/index.aspx

PMJ: Promo Jeans. Handcrafted For Performance. http://promojeans.it/
Rev’it http://www.revitsport.com/it_it/

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