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Test MissBiker: Honda CB500f

03/08/2016
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Prova Honda CB500f: il ritorno delle 500cc

Lasciatemi iniziare con una scoperta molto polemica: la nuova Honda CB500f va meglio di una Ferrari 458 Italia. Lo so, è un tiro un po’ lungo ma adesso vi spiego come mai sono giunta a questa conclusione.

Prima però, vi racconto che cos’è la CB500f e perché questa naked di media cilindrata è una moto così interessante.

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Una visione globale:
come tanti altri produttori, la Honda è stata costretta negli ultimi anni a sviluppare moto che hanno appeal in tanti mercati diversi. Non potendo più permettersi di creare modelli specifici per ogni mercato, i grandi produttori hanno trovato la soluzione che gli concede di proporre una gamma completa di modelli e ad abbassare i costi nello stesso tempo.
Questa soluzione è una “piattaforma” unica che sfruttando elementi in comune può essere declinata per accontentare tutti i gusti, risparmiando sugli investimenti per lo sviluppo e quindi abbassando anche il costo al consumatore.  Honda è partita per prima con questo concetto di ottimizzazione inizialmente con la serie 700cc che con un solo motore e lo stesso telaio ha sfornato tre modelli molto diversi: la Honda Integra, la Nc700x e la NC 700s. Nel 2013 la casa Giapponese ha presentato il prossimo progetto sulla stessa onda (scusate il gioco di parole) con un nuovissimo bicilindrico 500cc. Nuovissimo perché non ha nulla a che fare con il vecchio motore della CBF500 ma si tratta di un progetto nuovo, creato ad hoc per le nuove categorie di patente di guida che ora permettono di spingere la categoria intermedia (A2) fino alla ormai considerevole potenza di 48cv (35kw). Questo motore viene ospitato (ed è anche un elemento portante) in un telaio a tubi d’acciaio con una struttura a diamante, che con alcune piccole modifiche ha dato vita a tre moto: la sportiva CB500R, la naked CB500F e la recente dual sport CB500x. A 3 anni dalla nascita la CB500f ha già ricevuto un esteso aggiornamento, sia dell’estetica profondamente ridisegnata, che dell’equipaggiamento che guadagna in alcuni punti importanti.

Così la nuova Honda CB500F 2016 diventa sempre più simile alle sorelle maggiori, la CB6500f e la CB1000r, con un’estetica sfaccettata e grintosa che la Honda definisce “Mechanical & Aggressive” e che insieme al serbatoio maggiorato, le selle pilota e passeggero su due livelli e le prese d’aria estese sui fianchetti contribuisce ad un aspetto generale filante e sportivo.

Ma gli aggiornamenti estetici non finiscono qui: la CB500F in generale diventa più compatta, con un nuovo silenziatore e le maniglie per il passeggero discretamente incorporate nella parte inferiore del codino, lasciano la linea della moto più pulita senza rinunciare alla sua funzionalità e praticità (infatti, lo spazio sotto la sella basta per un grosso bloccadisco e ne avanza ancora per i guanti o per una compatta tuta antipioggia).

A livello meccanico, invece, la CB500f acquisisce una forcella anteriore da 41mm regolabile nel precarico, una regolazione alla leva del freno anteriore e un nuovo selezionatore per il cambio che diventa più preciso e veramente piacevole da operare. L’illuminazione diventa full LED e la moto è munita di sistema HISS che impedisce l’avvio del motore senza la chiave elettronica a contatto.

Viene aggiornato anche il motore, un bicilindrico parallelo di 471cc che sviluppa 48cv a 8.500 giri/min e una coppia di 43 NM raggiunti a 7.000 giri/min. Questo 4 valvole per cilindro DOHC frontemarcia adotta un rapporto alesaggio/corsa superquadro per poter erogare una coppia solida e nello stesso tempo permettere anche di girare in alto. Il tutto è stato progettato con un’ottica di minimizzazione dell’attrito all’interno del motore per ridurre dispersione di energia ed ottimizzare al massimo i consumi. Un fatto che si è anche confermato durante il nostro test, percorrendo oltre i 400km tra colline e autostrade con un pieno (e già qui la Ferrari perde un punto).

Come va?
La prima cosa che salta all’occhio quando ci si avvicina alla nuova CB500f è che è molto compatta. La sella del pilota dista 790mm dal suolo e il punto di raccordo con il serbatoio è molto stretto. Due dettagli che permettono di appoggiare saldamente entrambi i piedi per terra (ecco, qui vediamo uno degli adattamenti dovuto ad una moto “globale” – non sappiamo se le misure contenute erano contemplate per i mercati emergenti oltreoceano o se la Honda strizza l’occhio al mercato femminile, forse un po’ di entrambi. In ogni caso ne guadagna chi è diversamente alta).

La seconda cosa che colpisce in particolare è l’alta qualità della costruzione e dei materiali. Spesso con le moto “economiche” si riscontrano alcune sviste del costruttore. Il risparmio ahimè si fa vedere nella qualità delle plastiche, gli accoppiamenti delle carenature, i gruppi ottici e l’equipaggiamento in generale. Con la Honda CB500f invece, si può parlare di ottimizzazione dei costi: già perché avendo potuto abbattere le spese in fase di sviluppo la Honda poteva permettersi di equipaggiare e costruire questa 500cc senza farsi mancare proprio niente. Anche il cruscotto presenta tutte le funzioni necessarie: tachimetro numerico, contagiri a barre, contakm con due parziali, orologio, indicatore del livello di carburante e trip computer che indica il consumo in tempo reale ed il consumo medio.

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La posizione di guida è comoda e vagamente sportiva, data dal manubrio con un rialzo medio (5cm più alto dei semimanubri della CB500r) e dalle pedane poggiapiedi posizionate leggermente in alto. Questa posizione abbastanza raccolta dà la sensazione di essere in controllo della moto e rende la guida molto facile e divertente.

L’accelerazione è istantanea e il motore si fa trovare pronto (ma non scorbutico) a improvvisi scatti nel traffico cittadino e non manca di potenza anche nei tratti autostradali quando ci si trova a dover effettuare un sorpasso ad alte velocità. La frenata è forte e talmente ben distribuita che guidando la moto ci si dimentica completamente di avere un solo disco all’anteriore (a margherita), completo anche di ABS di serie. Il tanto temuto “capitolo vibrazioni”, che risale ogni volta che si parla di bicilindriche, invece può essere sinteticamente sommato con “non troppe”.

Nelle strade di collina questa moto sa veramente eccellere, viaggiando tra le curve con facilità e senza svegliare reazioni indesiderate dalle sospensioni che, anche se abbastanza morbide e regolabili solo nel precarico, funzionano bene e riescono a rimediare alle varie irregolarità del asfalto. Riesce a mantenere un ritmo talmente vivace che durante il weekend di prova mi sono trovata nella bizzarra condizione di dover sorpassare più volte delle Ferrari che non riuscivano a mantenere il ritmo sulle tortuose strade delle colline Bolognesi. Ad ogni curva ho sentito il pubblico applaudire le stellari prestazioni della CB500f ed i marshall che salutavano mentre percorrevo la strada facendo da apripista per due 458 Italia di colore azzurro. Forse applaudivano per me con la piccola Honda, almeno io preferisco pensarla così. C’è anche da dire però che tutto questo accadeva mentre le 1000 miglia passavano per la Futa e che forse, ma solo forse, il pubblico applaudiva più per le Ferrari…

Ci piace: la qualità della costruzione e dei materiali, l’estetica e la cura dei dettagli.

Ci piace meno: la moto è un po’ troppo silenziosa ai bassi regimi e si fa sentire meglio solo oltre i 5000 giri.

Verdetto finale: una moto entry level ben costruita e progettata per ravvivare il segmento delle 500 che è stato tralasciato negli ultimi anni. È una moto che permette di vivere gli anni con la patente A2 non solo con dignità ma anche con una bella dose di divertimento.

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