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Ducati Scrambler Café Racer – il miglior amico dell’uomo

14/11/2017
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Come un cucciolo di cane che porti a casa, anche con la nuova Ducati Scrambler Café Racer ci sono volute un paio di scarpe leggermente “morsicate” prima di essere amici ma dopo siamo diventati inseparabili.

La nuova Café Racer di casa Ducati, si aggiunge quest’anno alla Land Of Joy della Ducati Scrambler, assieme alla gemella diversa Desert Sled di chiara destinazione enduristica.

La Café Racer, invece, si dedica all’ambiente della strada, con due cerchi in lega leggera da 10 razze 17” e dei semi-manubri che richiamano chiaramente le moto utilizzate dai Rockers negli anni ‘60 per le loro sfide tra un bar e l’altro. La colorazione denominata “Black Coffee” nero e oro/champagne, insieme alla sella marrone dal profilo basso e le cuciture longitudinali, con il coprisella del passeggero, completano il look.

La base di questa bellezza è quella dello Scrambler Icon, con il motore bicilindrico a L da 803cc, raffreddato ad aria ed un telaio in traliccio di tubi d’acciaio. I cerchi da 17” (invece del 18” anteriore della Icon), equipaggiati con pneumatici Pirelli Diablo Rosso II, permettono di divertirsi su strada con maggiore agilità.
Nuovi anche i semimanubri dedicati in alluminio con i specchietti montati sulle loro estremità, riprendendo in pieno lo stile iconico delle Café Racer. Richiamano lo stile anche il parafango corto, il portatarga laterale ed il piccolo cupolino, oltre alle tabelle portanumero con sopra il leggendario 54 del pilota Ducati Bruno Spaggiari.

Guardando la Café Racer è facile pensare che questa sia la classica moto da bar, un richiamo moderno di puro stile ai Ton Up Boys che sfrecciavano sulle semideserte autostrade inglesi degli anni ‘60. Ma uno sguardo più attento rivela le doti ciclistiche di questa piccola Racer: davanti troviamo una pompa freno radiale che agisce su un disco singolo da 330mm morso da una pinza Brembo monoblocco con ABS Bosch di serie. La forcella Kayaba rovesciata da 41mm e un monoammortizzatore regolabile nel precarico dietro dal quale l’occhio passa subito al terminale Termignoni con una cover in alluminio anodizzato nero.

Su strada:

I 172 kg a secco della Café Racer spingono in avanti mentre rilascio la frizione – c’è una sensazione della manopola del gas, della frizione e dei comandi della Café Racer che è comune a tutte le moto della famiglia Scrambler Ducati e non viene a mancare nemmeno qui. Questa sensazione di semplicità solida, piacevolmente grezza, dettata dal motore raffreddato ad aria, dalla dimensione compatta della moto e adesso, grazie ai semimanubri, anche dalla prossimità del mio viso al motore stesso.

La posizione in sella è comoda e sportiva, e mi spinge subito ad esplorare più possibile ad avventurarmi nella ricerca dei limiti di questa moto. La risposta della ciclistica è sorprendentemente agile e sportiva: ogni piccolo input dai semimanubri viene subito copiato dalla ruota anteriore e se si aggiunge un lieve spostamento del corpo e la pressione sulle pedane, si arriva al paio di scarpe “morsicate” che ho menzionato in precedenza.

Con la Ducati Café Racer è stato facile perdere il senso del tempo, alternando tratti veloci e tortuosi a piccole stradine da percorrere con calma. Ha assolutamente eccelso nel misto veloce rincorrendo moto più potenti, sempre con quel carattere e un atteggiamento da “nonchalance”. Gli unici punti dove sono riuscita a mettere in crisi la Café Racer sono stati nelle curve veloci con asfalto irregolare dove la moto mi ha gentilmente fatto capire che non apprezza questo tipo trattamento da parte mia.

Dopo le infinite passeggiate in collina è arrivato il momento di provare la Café Racer nel traffico cittadino. Nonostante i semimanubri la posizione risulta comoda e non troppo caricata sui polsi, permettendo di eseguire delle manovre in mezzo al traffico. Una cosa alla quale bisogna abituarsi sono gli specchietti sulle estremità dei manubri, ma una volta presi in considerazione, non risultano fastidiosi. La moto è molto stabile e maneggevole anche nelle basse velocità e la sella, stretta e alta soltanto 805mm da terra, non crea problemi anche per le motocicliste diversamente alte.

L’ultima fase del test ha compreso più di 600 km di autostrada, trasformando l’esperienza Racing in una cosa che è più simile al Café Touring, nel senso che ci è voluto tanto caffè durante le fermate per non addormentarmi dalla noiosità della strada! La moto invece ha reso il viaggio più piacevole senza creare troppi problemi a livello di comodità (da sottolineare che la sella è eccezionalmente comoda), dimostrando che con la Café Racer è possibile fare anche questo tipo di viaggi.

Ci piace:
LO STILE, una ciclistica sorprendentemente agile e maneggevole, il suo carattere da vera Café Racer, la semplicità del motore raffreddato ad aria, la qualità delle finiture e dell’assemblaggio, l’attenzione ai dettagli.

Ci piace meno:
Niente, mi piace tanto!!

Verdetto finale:
Una moto compatta, leggera e facile, ma soprattutto veramente divertente e capace di “giocare con i grandi” sulle strade e sui passi di montagna. Uno stile unico ed una accuratissima attenzione ai dettagli che fanno capire che questa moto è stata progettata e concepita con tanto amore, a partire dalle lavorazioni sulle parti meccaniche del motore e fino alla presa USB sotto la sella.

Bella Litinetski – Motomaniaca
Copyright MissBiker 2017
Photo Credits: Idan Grunberg

SCHEDA TECNICA

Motore: Bicilindrico a L, raffreddamento ad aria

Cilindrata 803 cm³

Potenza 75 CV (55 kW) a 8.250 giri/minuto

Coppia 6,9 kgm (68 Nm) a 7.750 giri/minuto

Alimentazione Iniezione elettronica

Scarico Impianto di scarico con monosilenziatore in acciaio inossidabile
Terminale Termignoni con cover in alluminio,

Omologazione Euro 4

Consumi ed emissioni 5,0 l/100 km – CO2 117 g/km

Cambio 6 marce

Frizione APTC multidisco in bagno d’olio con comando meccanico

Telaio Traliccio in tubi di acciaio

Sospensione anteriore:
Forcella Kayaba a steli rovesciati da 41 mm

Pneumatico anteriore Pirelli Diablo Rosso II 120/70 ZR17

Sospensione posteriore: ammortizzatore regolabile nel precarico molla.

Pneumatico posteriore Pirelli Diablo Rosso II 180/55 ZR17

Freno anteriore
1 disco semiflottante da 330 mm, pinza Brembo monoblocco M4-32 ad attacco radiale a 4 pistoncini , pompa radiale con leva regolabile con ABS Bosch di serie

Freno posteriore
Disco da 245 mm, pinza flottante a 1 pistone con ABS Bosch di serie

Interasse 1.436 mm

Capacità serbatoio 13,5 l

Peso a secco 172 kg

Peso in ordine di marcia* 188 kg

Altezza sella 805 mm

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