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TEST: BMW R nine T Scrambler – Ritorno al passato

30/10/2017
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BMW R NINE T SCRAMBLER

Viviamo oggi in un’epoca legata alla tecnologia, una continua evoluzione che ci permette di semplificare la vita, perché allora ricorriamo sempre più spesso a mode e costumi di epoche passate? Forse tanto sviluppo ci fa un po’ paura e necessitiamo comunque di un legame alla corporeità? Vintage, Retrò, Old-Style, Heritage, sono vocaboli oggigiorno ricorrenti, che si riallacciano ai diversi stili a partire dagli anni ‘60.

Una vintage-mania che, se dapprima riguardava una piccola nicchia di estimatori, va oggi contagiando sempre più motociclisti e che obbliga di conseguenza le case costruttrici ad adeguarsi; ecco allora che ricompaiono termini come Cafè Racer, Tracker, Brat, Scrambler che vanno ad identificare una categoria di moto modaiole e minimaliste.

Il ritorno delle SCRAMBLER (to scramble=mischiare): moto nate “Cafè Racer”, ossia con caratteristiche minimal e prettamente stradali, alle quali vengono apportate lievi modifiche per essere utilizzate anche su brevi tratti di facile sterrato, che andavano tanto di moda i primi anni ’70.

Oggi cavalcheremo la BMW R nine T Scrambler una moto anticonformista e selvaggia che racchiude in sé tutti gli stereotipi della casa Bavarese: motore Boxer bicilindrico di 1170cc raffreddato aria/olio, 4 valvole per cilindro, che eroga 110 cv (81Kw) a 7.750 giri con una coppia di 11,8 Kgm (116 Nm) a 6.000 giri; trasmissione meccanica a 6 marce secondaria ad albero cardanico; telaio modulare a doppia trave con motore portante; primo boxer raffreddato ad aria, conforme alle normative Euro 4 grazie ad una nuova mappatura e un sistema di alimentazione con filtro ai carboni attivi per lo sfiato del serbatoio.

La sospensione anteriore è una classica telescopica, mentre posteriormente troviamo il forcellone monobraccio in lega di alluminio con BMW Motorrad Paralever, che lavora in combinazione con un ammortizzatore centrale, regolabile nel precarico mediante una manopola; l’impianto frenante è dotato anteriormente di pinze fisse Brembo a 4 pistoncini con doppi dischi da ben 320 mm, posteriormente monodisco, diametro 265 mm, con pinza flottante a 2 pistoncini, l’ABS è di serie, mentre il controllo di trazione (ASC) è optional; peso di 220 kg in ordine di marcia.

Per finire le quattro caratteristiche chiave che la accreditano nel mondo delle SCRAMBLER: doppio scarico alto Akrapovic, ruota anteriore da 19’’, cerchi a raggi incrociati (optional) e soffietti sulle forcelle.

Una moto esclusiva e diversa da tutte quelle della sua categoria, possente ma allo stesso tempo armonica, il mio occhio cade subito sull’enorme serbatoio grigio metallizzato opaco in contrasto con il beige della sella in pelle e sui due tromboncini in acciaio dello scarico; frontalmente, appena sotto il grande fanale rotondo, emergono fuori sagoma e basse, le due grosse teste del bicilindrico motore boxer raffreddato ad aria.

Non resta ora che salire e dare vita a questa Scrambler.
La posizione di guida risulta comoda, il busto è eretto, leggermente spostato in avanti per raggiungere il largo manubrio alto, la sella (h. 82 cm.), trapuntata come quelle di una volta, è forse un pò larga ma mi permette di toccare a terra con tutto il piede (io sono alta 168 cm).

Finalmente giro la chiave, un piccolo scossone laterale fa muovere tutta moto, questo è il “benvenuto” che ogni motore boxer porge, ma nonostante fossi preparata all’evento non è stata una piacevole sensazione; fortunatamente dimentico tutto subito, perché vengo rapita da un “sound” roco e pieno da far accapponare la pelle e che mi stuzzica a dare gas e partire immediatamente.
Da Bassano del Grappa inizio a salire verso l’Altopiano di Asiago, in una giornata soleggiata dai colori autunnali e temperature fresche ma piacevoli, so già che il susseguirsi di curve miste, alternate a tornanti che ben conosco mi permetteranno di studiare al meglio il mio nuovo giocattolo.

Subito mi meraviglio della familiarità che questa BMW riesce a trasmettere: tutti i suoi 220 kg sono distribuiti in basso con un risultato sorprendente per quanto riguarda i cambi di direzione. Precisa nell’ingresso della curva e stabile nel percorrerla anche quando l’asfalto presenta irregolarità e buche.

Qualche difficoltà l’ho riscontrata nei tornanti più stretti, il poco sterzo e la lunghezza del mezzo, spesso mi portavano ad invadere la corsia opposta. Nella guida “allegro-sportiva”, il motore spinge bene sempre anche quando è giù di giri riprende subito, ma tende a sedersi quando è prossimo al limitatore; la prima marcia è cortissima (fortunatamente serve solo per partire). Una sorpresa trovare l’acceleratore azionato dal vecchio cavetto che mi ha permesso di ritrovare una reale sincerità e percettibilità che non provavo da tempo. Il cambio è rumoroso ma le marce si innestano precise.

La frenata è progressiva e adeguata, in caso di emergenza l’ABS si aziona subito, non mi è piaciuta la posizione del pedale del freno posteriore, troppo in basso rispetto la pedalina e difficile da raggiungere.
Un’altra particolarità della casa Bavarese è la trasmissione a cardano, un organo posto all’interno di un braccio che funge anche da forcella che riceve moto dal cambio e lo trasferisce, attraverso delle coppie coniche, alla ruota posteriore
Necessita quindi di minor manutenzione ed è più silenzioso rispetto una tradizionale catena ma di contro ha maggior peso; nonostante fosse la prima volta che utilizzavo una moto con questa trasmissione, non mi ha dato incertezze nel gestirlo, nemmeno nelle scalate repentine.


Due note di demerito:

– Il Tachimetro che è davvero essenziale e difficile da leggere (non basta un’occhiata per leggere la velocità istantanea e sapere se si è entro i limiti); presenta un display digitale nel quale si possono selezionare: orologio digitale, contachilometri, chilometraggio parziale doppio e chilometraggio percorso automatico.
– Gli specchietti rotondi, piccoli e vibranti.
Mancando ogni tipo di protezione non è adatta all’autostrada, velocità attorno ai 100km/h sono sopportabilissime per la mia altezza, oltre bisogna appendersi al manubrio.

Ho potuto invece apprezzare:
il riparo che offrono le teste del boxer alle gambe e le manopole riscaldate (optional).
Sarebbe interessante dotare la Scrambler di ruote tassellate e provarla in off-road; nel breve tratto che ho percorso in sterrato ho potuto constatare che la posizione in piedi sulle pedane permette un buon controllo della moto.

I consumi dichiarati sono di 5,3 km/l, il serbatoio ha una capienza di 17 l. che permettono di percorrere poco più di 200 km.

Tre giorni assieme a questo gioiello e 500 km percorsi, sono bastati per affezionarmi un po’ e promuoverla a pieni voti; una moto alla quale piace essere al centro dell’attenzione, che fa girare la testa quando vai in centro a prendere l’aperitivo, ma che riesce a sfoderare tutto il carattere selvaggio quando viene stuzzicata.

Il prezzo base della BMW R nine T Scrambler è di € 14.000.
La versione testata era dotata dei seguenti optional: ASC, manopole riscaldate, cerchi a raggi, frecce a led.

Si ringrazia il concessionario BMW Motorrad GRUPPO FIMAUTO AUTOGEMELLI di Bassano del Grappa (VI).

Riassumendo:
I miei SI:
Design, Ciclistica, Sound, Manopole riscaldate;
I miei NO: Sterzo, posizione freno posteriore, tachimetro, specchietti.

Michela DM
Copyright MissBiker 2017
Photo Credits: Giuly Ska
Maggiori info su: https://www.bmw-motorrad.it/

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