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CORSO GSSS: IL PIACERE DI FARE CURVE E TORNANTI

25/04/2018
Lisa Cavalli
Pubblicato in: ,
La via per imparare è lunga se si procede per regole, breve e efficace se si procede per esempi. (Seneca)

Dopo circa tre ore e mezza di strade e autostrade il navigatore mi avverte che sono quasi arrivata:
“Tra 100 metri svolta a destra”.
Imbocco la stradina stretta in salita e dopo poco mi accorgo del manto stradale sempre più rovinato e pieno di buche. Le mani iniziano a sudare e nel casco mi dico: “Ma dove accidenti era scritto che sarebbe stato un corso off road??”
Arrivata al Centro Tecnico Federale di Polcanto (Firenze) irrigidita e stanca vengo accolta dai sorrisi dello staff e riesco finalmente a rilassarmi un po’.

Uno splendido laghetto fa da cornice alla struttura in cui alloggerò che già raduna diverse moto e gli allievi più o meno esperti. Una pista da cross sbuca dalla destra e il profumo di terra battuta e primavera rallegra alquanto lo spirito.
Davanti all’ingresso quattro nuovissime Kawasaki che verranno utilizzate non solo dagli istruttori ma saranno a nostra disposizione per dei demo ride: davvero interessante come idea.

Il briefing di benvenuto ci racconta il corso GSSS (Guida Dinamica Sicura Su Strada): la storia della scuola, arrivata al 13° anno di attività e prima in Italia a proporre corsi di guida su strade aperte e ad essere riconosciuta dalla Federazione Motociclistica Italiana come scuola certificata; la sensibilizzazione alla sicurezza; i partner tecnici come Kawasaki, Dainese, AGV, Continental, Enduristan e Guglatech.

I corsi a cui ci si può iscrivere sono diversi: dal Classic (organizzato in Mugello e Val d’Orcia), il Classic 2, lo Special in Val Tiberina toscana. Ma non finisce qui: si può scegliere un Personal Trainer per uno o due motociclisti o giornate di gruppo con la tipologia One Day. Se siete più appassionate di off road non temete: da sempre la scuola organizza corsi fuoristrada per bicilindrici e maxi enduro per vari livelli anche all’estero fondendo alle lezioni il piacere del viaggio.

Dopo cena decido di andare a dormire presto, sono molto stanca dal viaggio e non voglio essere fuori forma per il giorno successivo. Nonostante la buona volontà niente da fare: il mio grande cruccio è quella stradina dissestata, quella sensazione di non essere all’altezza delle mie aspettative.

La mattina ci sia alza presto e alle 8.30 siamo già tutti in aula per la lezione. La tensione è palpabile ma gli istruttori sono bravi nel tenere un clima rilassato e tutti non vediamo l’ora di partire.
L’analisi della tecnica di guida GSSS ci permette di riflettere su molte interessanti considerazioni: l’importanza dei sensi, l’attenzione ai rischi, la postura, la posizione in sella, l’equilibrio, la consapevolezza e anche la respirazione.
L’importanza dei sensi è fondamentale per un motociclista: la vista ci permette non solo di guardare dove stiamo andando ma anche dove andremo, imparando a dare un’occhiata alla prossima curva, osservare se ci siano vetture o camion in arrivo, oppure ciclisti e pedoni. Anche l’udito e l’olfatto sono di importanza cruciale quando si va in moto: l’odore di gasolio potrebbe avvisarci di possibile chiazze scivolose a terra ad esempio.

Ma viaggiare in moto è qualcosa che ti coinvolge interamente nell’ambiente circostante e dovremo fare attenzione a tutti i dettagli: dalle stradine laterali che possono portare sporco sull’asfalto fino alla presenza di fermate degli autobus.

La consapevolezza è forse la parola che raccoglie tutto questo: capire i propri limiti, non andare oltre le proprie possibilità, cercare di essere sempre all’erta.

Il primo giorno di corso GSSS

Si parte e affronto la solita stradina con attenzione mista a preoccupazione. Fortunatamente sembra essere molto più breve del giorno precedente e in pochi minuti eccoci su un bell’asfalto.
I tre istruttori ci osservano meticolosamente e dopo qualche chilometro ci dividono in tre gruppi. In questo corso tutti avremo l’occasione di lavorare con un docente diverso per un’intera giornata. Ci tengo a sottolineare particolarmente questo aspetto perché lo trovo davvero utile: tre diversi metodi di insegnamento potranno approfondire e colmare le nostre lacune per capire al meglio il metodo rodato della scuola GSSS.

Il primo giorno scivola via veloce: Cento Curve, Passo della Futa, Otto Volante, Passo della Faggiola, Passo della Sambuca, Passo della Colla.

Lorenzo ci spiega la corretta postura in sella partendo dal movimento del corpo per bilanciare il peso non solo in curva. E’ affascinante apprendere come la moto sia così docile e sensibile nel manubrio che spesso tendevo a stingere come fosse l’unico appiglio. Lo sguardo, la posizione dei piedi, delle braccia e della testa: un insieme di note che se “suonate” nel modo giusto diventano musica. Tra lezioni sui piazzali e curve più o meno strette intuisco più dettagli e inizio a “sentire” sempre più la mia moto…tutto ciò dopo oltre 3 anni e 30 mila chilometri.
Una scoperta così emozionante che mi ha aperto un mondo fatto di sfaccettature apparentemente impercettibili: i giri del motore, il freno posteriore nelle curve, la frizione leggermente tirata nei tornanti lenti, la traiettoria fluida.
La giornata termina in un lampo e sono così stanca che affronto con una certa rigidità la stradina sterrata che mi porterà al meritato riposo.

Il secondo giorno

Inizia il secondo giorno e al mio solito posto in aula mi accorgo che l’acido lattico si è insinuato ovunque: schiena, braccia, gambe, come se avessi fatto una giornata di palestra.
La lezione ci fornisce altre informazioni sulla dinamica, la ciclistica, le traiettorie, sui pneumatici e molto altro fino alla partenza.
Di nuovo la “stradina maledetta” e via verso il Muraglione seguito dal Passo dell’Eremo e dal Passo della Colla. Oggi il nostro gruppo è capitanato da Matteo che chiarisce i dubbi del giorno precedente. Mi sento più sicura e curiosa di capire meglio la mia moto: la posizione di guida in curva cambia in caso di ostacoli o scarsa visibilità. Le traiettorie più fluide mi aiutano ad affrontare con semplicità anche i tornanti più stretti semplicemente girando lo sguardo. Ci aspettano anche delle riprese video che guarderemo tutti assieme la sera in aula per analizzare al meglio i più piccoli dettagli.

L’ultimo giorno di corso

Il terzo giorno abbiamo a disposizione solo la mattina prima della consegna degli attestati e dei saluti. Partiamo alla volta delle Cento Curve, le stesse del primo giorno, e tutti le affrontiamo in sicurezza e concentrazione. E’ incredibile percepire in modo così palese la differenza in soli tre giorni di corso. Leonardo ci fa notare alcuni errori di postura e insegna altri piccoli trucchetti per migliorare ulteriormente. In questo ultimo tragitto riesco finalmente anche a godermi lo spettacolo che mi circonda in un tripudio di verdi sali-scendi con un sole quasi estivo. Arriviamo al circuito del Mugello per la foto di gruppo e tutti nuovamente al centro tecnico per i saluti.

Avrei potuto scrivere pagine e pagine su questa esperienza che valuto come eccellente. Paesaggi, strade, buon cibo, clima amichevole, storie e leggende raccontante la sera sono stati una cornice perfetta.
Cambiare lo stile di guida, la postura, le traiettorie in soli tre giorni sembrava impossibile. Certo, non finisce qui perché dovrò continuare ad esercitarmi e magari tornerò al prossimo corso ma qualcosa è cambiato e so che la motociclista che è in me farà tesoro di queste giornate a lungo.

Attraverso la stradina sterrata canticchiando nel casco e quasi mi spiace aver saputo che verrà presto asfaltata!

Lisa Cavalli
Credits MissBiker 2018

Special Thanx to:
Carlo Cianferoni per l’opportunità
Giacca e Jeans: OJ
Stivali: TCX
Casco: Nexx
Navigazione: Nuviz

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