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Allo Stelvio in sella alla Suzuki GSX S1000

04/07/2016
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Prendete la Gsx R1000 e spogliatela; addolcitela un po’ nell’erogazione,  migliorate la posizione di guida ed ecco la supernaked di casa Suzuki!
Inizialmente ero un po’ scettica quando mi han proposto di andare al raduno dello Stelvio con un mille 4 cilindri dall’anima così sportiva. E’ simile alla mia ma con ben 10 anni di evoluzione che le separano e per esperienza, in questi ultimi anni, buona parte di queste litro hanno i bassi fiacchi per poi scatenarsi ai medi alti risultando così faticose nel misto stretto. Ma dovrò presto ricredermi!

Appena salita la posizione di guida è ottimale e nonostante sia di gamba corta tocco con entrambi gli avanpiedi, inizialmente mi sembra un po’ rigida con uno sterzo limitato ma una volta avviato il motore e fatte un paio di curve questa rigidità trasmette solidità e sicurezza.  Dove la piazzi resta!

Essendo mamma di due piccoli bimbi mi devo organizzare per bene con mia madre e solo in tarda mattinata  riesco a iniziar a preparare la moto. Alle 11 sto completando la sistemazione di microzaino sul sellino della Suzuki GSX S1000 quand’ecco una bomba d’acqua infradicia tutto. Partire già con antipioggia non è promettente tanto più assaggiare anche un po’ di grandine poco dopo la partenza. Ma non demordo anzi ho l’occasione giusta per testare i diversi livelli di controllo trazione di questa  supernaked e il livello 3 mi permette di attraversare l’altopiano d’Asiago sotto acqua senza alcun timore trasmettendomi gran sicurezza. Le belle curve  per arrivare al passo Vezzena sono asciutte e la Suzuki GSXS può finalmente sgranchirsi un po’. Il passo corto, il peso contenuto e il poderoso motore fan aumentare il ritmo nel misto stretto senza alcuna fatica e senza nemmeno accorgermene son già a Trento a imboccare la Val di Sole.

A parte una breve serie di curve divertenti  il passo Tonale non mi entusiasma molto è un passo veloce e in un batter d’occhio son sulla statale che porta al passo Gavia, ora si incomincia a ragionare. I passi stretti con paesaggi mozzafiato son i miei preferiti e qui la suzukona sfodera tutte le sue qualità di potente naked. E’ una supersportiva messa su strada senza tanti fronzoli.  Corta, ben bilanciata, leggera, precisa nell’inserimento in curva senza mai scomporsi e con un motore fluido e molto generoso di cavalli  e una coppia ai bassi da non sembrare neanche una quattro cilindri. I tornantini si susseguono uno dopo l’altro e il motore sempre pieno trasmette puro divertimento senza alcuna fatica tanto da farsi prendere dalla danza e dimenticare di fare qualche foto.

Arrivata a Bormio raggiungo il gruppo a Sondalo dove si tiene l’annuale raduno dello Stelvio. Immenso e con un gran via vai di moto. Purtroppo non ho il tempo di vederlo per bene. Poco dopo partiamo per il tour.

Fin al passo Stelvio facciamo vari stop per foto, poi si inizia il vero motogiro Suzuki che ci porterà a varcare la dogana Svizzera. Scendiamo dallo Stelvio, Trafoi, Glorenza, Tubre, dogane e riprendiamo la statale dello Stelvio. Nonostante i tornanti molto stretti e la gran quantità di bellissime curve riesco più o meno a stare col gruppo di testa e apprezzo ancor più le doti della Suzuki GSXS: molto stabile nei curvoni veloci, divertentissima nel misto stretto e ottima frenata.

Derivando da una supersportiva quando si procede a passo d’uomo si sentono i cavalli in gabbia  e questa sensazione è marcata da un on off scorbutico ma ci si fa in fretta la mano e comunque salendo di giri questo effetto svanisce. Mentre ai medi-alti giri le vibrazioni si fanno sentire sia sul manubrio sia sulla pedana destra ma non sono mai fastidiose. Le marce sono discretamente corte proprio per marcare la sua indole da scavalca passi ma sulle lunghe percorrenze vien quasi da inserire una settima marcia lunga da viaggio.

Mi fermo con gruppo per cenare e ahimè assisto alla sconfitta dell’Italia ai rigori. Con l’amaro in bocca riparto e a mezzanotte e quaranta son di nuovo in cima allo Stelvio attraversando qualche banco di nebbia; fortunatamente il tempo regge.  Il faro illumina bene la strada senza avere ombre e percorro le strade in tranquillità. Abitando tra i boschi ho ben imparato a stare sempre all’erta nelle strade buie e infatti qualche km prima di Prato nello Stelvio ecco farmi compagnia un giovane capriolo. Mi fermo e restiamo a guardarci per due lunghi minuti, sembrano un’eternità. Poi  ognuno per la propria strada. Senza più alcun intoppo arrivo a Bolzano ma il temporale mi raggiunge e non mi molla finché non arrivo a Carbonare. Al Passo Vezzena incomincio ad aver freddo e sognare una bella doccia calda.

Alle 4:30 di mattina entro in garage e sia io che la moto possiamo goderci un meritato riposo.

Una bella doccia, un bacio ai miei dolci bimbi che dormono e mi addormento felice della giornata, delle persone conosciute e di aver avuto l’occasione di viaggiare con una moto che mi ha entusiasmato senza lasciarmi alcun  affaticamento nonostante i 700km di passi appena percorsi.

Grazie a:
Suzuki Italia
Garmin
Motorquality
Miazzon

Elena Celada
MissBiker Team

Pregi:
posizione di guida
coppia ai bassi
motore
agilità
sospensioni anteriori e posteriori regolabili

Difetti:
mancanza di ganci per fissaggio
on -off scorbutico ai bassi giri
vibrazioni ai medi alti giri

 

 

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