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“Che noia le moto!” La storia di Marcella

16/05/2021
Marcella Colombari
Pubblicato in: ,

Le storie delle ragazze della community di MissBiker sarebbero tutte da raccontare. Una delle più simpatiche è di sicuro quella della nostra Marcella.

Buongiorno a tutte 🙂 Mi chiamo Marcella, ho 36 anni (di cui 13 in sella a una moto), guido moto su strada, pista e fuoristrada. Dall’anno scorso ho iniziato e superato con successo i primi esami nel percorso per diventare istruttrice federale FMI (vi terrò rigorosamente aggiornate!).

Eppure, tenetevi strette: delle moto a me non fregava NULLA.
Niente! Nada.

Moto? Bah…

Ma andiamo per ordine: sono di Ferrara, uno dei posti più desolanti per chi ami guidare in strada. Si trova nel bel mezzo della pianura, quindi per chilometri si trova solo piattume, con qualche curvetta che sa di poco.
Per trovare qualche curva decente, serve – almeno – un’ora di autocontrollo e noia, ma poi insomma le gioie arrivano anche per noi abitanti della palude!

Dicevo, come è nata la mia passione?
Per caso. Anzi, non è esatto: diciamo pure per insistenza!
E’ strano sentirmelo dire oggi, ma ripeto: all’epoca delle moto non frenegava nulla. Sessanta battiti cardiaci al massimo, un’alzata di spalle. Non mi emozionavano, non seguivo le gare e le trovavo noiosette. Guidavo lo scooter però, e quello mi divertiva in realtà. A 15 anni ho cominciato a portare le pizze, e per me lavorare su due ruote era una figata. Quasi un gioco!

Eppure boh, ‘ste moto proprio non le capivo.
Non ero immune dal fascino dei motori, intendiamoci… ma mi piacevano le macchine. Soprattutto le sportive giapponesi. Erano il mio sogno, e contavo i soldi delle mie paghette per capire quando sarei riuscita a prendermi una Honda S2000, ottenendo per risposta un confortante “MAI”.
Non per questo mi arrendevo al pensiero, anche se all’epoca non avevo la minima idea di come permettermi una macchina sportiva. Un giorno l’avrei avuta, di questo ero certa.

Però mi ricordo le Ninja! Che fighe quelle 🙂 sarà stato il nome? E le R1 e le R6 invece? Wow, quelle devo dire che erano dei begli oggetti. Di cui non sapevo assolutamente nulla, ma così a pelle mi sembravano simpatiche. Eravamo poco dopo inizio 2000, e chi ha abbastanza anni sulle spalle si ricorderà che in giro era PIENO di moto. Pieno!
E di scooter… che casino che facevano all’uscita delle scuole! Ma, simpatia per gli scooter a parte, la cosa mi lasciava abbastanza indifferente. Erano cose della vita, c’erano i prati, il cielo, le strade e c’erano anche le moto. Bah.

Ricky e la Ninja 636

Però c’era un amico, Ricky. Lui aveva una Ninja 636 verde e tutta scintillante. Ricky sapeva quanto mi piacessero le auto sportive, e da un po’ mi faceva pressing per farmi fare un giro in moto con lui, all’unico scopo di contagiarmi con quella passione. Diceva: “Se ti piacciono le auto jappo, con quei motori tutti tirati e quel rumore urlante, altissimo e metallico, come diavolo fanno a non piacerti le moto jappo? Sono la stessa cosa, ma piegano pure! E costano infinitamente meno, roba che te ne puoi pure permettere una!”
E io dicevo:  “Sì sì blablabla tutto bello, il ragionamento fila, però ora anche meno, basta per cortesia.”
Che io ho la testa dura. Più una persona insiste, più mi ritraggo e mi arrocco sulle mie posizioni. Così, senza motivo.
Non so se qualcuna di voi condivida questo utilissimo tratto caratteriale 😀 mi sono persa un mucchio di opportunità interessanti in passato, per rimanere nella mia comfort zone.

Insomma dai tornando a noi… non so cosa mi prenda ma una sera, all’ennesima richiesta, dico: “Dai, accetto il giro in moto.” Togliamoci ‘sto dente…

Ora, le sensazioni sono state, nell’ordine:

  1. Ma esattamente COME si sale su ‘sta roba? Ah così? Ma cioè ogni volta un’acrobazia del genere?
  2. Quindi poi dovrei fidarmi mentre sono su questa specie di razzo con le ruote?
  3. Ommioddio il rumore di questa cosa è fighissimo, però stiamo calme e fingiamo disinteresse.
  4. Ah ma quindi è tipo uno scooter, però con due gomme larghe così e un motore da astronave!
  5. Ok, il mio casco è totalmente inadeguato all’esperienza, tra l’altro potevo pure stringerlo meglio…
  6. IL RUMORE MIODDIO, IL RUMORE 😀
  7. MA COSSSSSSSSSSSSSSSSSsssssssssssssssssssssssssssssss
  8. Come sarebbe a dire che siamo già arrivati?!
  9. Va bene va bene però la prossima volta guido io eh, questa storia del passeggero deve finire

…insomma dopo questa breve esperienza, che come avete capito non mi ha fulminata PER NIENTE, mi è toccato pure ammettere che il mio amico c’aveva ragione! Ma dove andremo a finire, io mi chiedo!
Praticamente, dopo questo smacco morale divertentissimo, ecco dove sono andata a finire: mi sono tolta il casco (che si era quasi aperto a metà col sorriso che mi era spuntato) e ho passato tutta la notte a cercare annunci di moto usate e a capire in quale scuola guida iscrivermi.

Il giorno dopo, mi sono iscritta per la patente A.
Poi sono andata a prendere giubbino, paraschiena, guanti e casco.
Un mese dopo, ho comprato la mia prima moto. Volete sapere quale?
Quella.
Proprio QUELLA, intendo: la Ninja 636 verde Kawasaki del mio amico. Che ho ribattezzato “la piccola”. La mia prima bambina!
Non avevo le capacità per guidarla come meritava, e col senno di poi non aveva senso come prima moto. Era velocissima, dura come una tavola, la posizione di guida non aveva senso e mi massacrava polsi e cervicale.

Ma aveva anche dei difetti <3

Marcella C.
MissBiker© 2021
Ph. credits: Marcella C.
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