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La mia moto: Yamaha FZ6

15/10/2018
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Sono Lucia Vallesi, per tutti e da sempre, La LuX.
Mi è sempre piaciuto il mio soprannome. Non è un caso che la luce più abbagliante si è accesa insieme al motore della prima moto su cui sono salita.
Ho iniziato a guidare tardi, a 32 anni, ma appena ho lasciato la frizione e tirato su il piede, ho capito che difficilmente sarei scesa. Ho capito anche che avrei passato la maggior parte della mia vita sulle due ruote, che avrei speso i miei soldi, le mie energie e il mio tempo per curare questa enorme e incontenibile passione.

La mia avventura motociclistica è iniziata in sella ad una vecchia CB 500 del 1994, gentilmente prestatami da mio fratello per muovere i primi passi su una moto.
A distanza di pochi mesi ho sentito l’esigenza di una due ruote che fosse innanzitutto mia, non prestata, ma scelta da me. Ero diventata anche esigente e desideravo un mezzo più performante.
Ho trascorso qualche settimana vagabondando tra siti web e concessionari alla ricerca della moto adatta. Ne cercavo una non troppa costosa, un’entry level, e volevo che mi facesse battere il cuore a guardarla.
Alla fine, tra le varie proposte disponibili, ho adocchiato una Yamaha FZ6S del 2008 in vendita da un ragazzo a pochi km da casa mia. Sono andata a vederla e solo dopo due giorni l’ho comprata.
Finalmente avevo una MIA moto!

Inutile mentire: soprattutto per chi come me era alle prime armi, anche l’estetica aveva una sua importanza. La livrea della mia FZ6 è, a mio avviso, la più bella tra tutte le FZ6: bianca con una banda rossa che le attraversa il serbatoio.

Provenendo da uno scorbuticissimo bicilindrico parallelo con freno posteriore a tamburo, i primi km sulla nuova moto mi hanno dato la sensazione di muovermi su una nuvola: avere sotto di me un motore pastoso e morbido era una rivoluzione!
Nei mesi ho cominciato a conoscerla sempre meglio, a scoprirne i limiti, ma anche i pregi e soprattutto ho capito come e cosa fare per potermi divertire.
La FZ6S della Yamaha è un 600 4 cilindri, cilindrata e frazionamento venduto a iosa dall’inizio degli anni ‘90 fino alla metà degli anni 2000.
Ho definito il motore “pastoso” perché, quando la guido, mi fa pensare alla gomma pane che usavamo da piccoli. Il motore è morbido, docile, soprattutto perdona quasi qualsiasi errore. Ricordo bene che spesso la CB strattonava se mi inserivo in curva con una marcia troppo alta, costringendomi ad accelerare o a scalare repentinamente (per farvi capire: sono caduta alla prima curva lenta fatta con la CB perché la moto si è spenta).

La FZ6 invece va avanti comunque, qualsiasi cosa accada. Certo, se affronto un’uscita di curva sotto coppia, non regala una ripresa da rimorchiatore, ma va comunque, avanza senza protestare.
Se da una parte questo aspetto è rassicurante, soprattutto per un motociclista alle prime armi, dall’altra il divertimento, l’adrenalina, la lotta con la moto, la voglia di domare il motore, ne soffrono un po’.
Le medie 4 cilindri sono un po’ “vuote” ai bassi regimi: non le senti subito.
Per contro, se si impara a guidarla facendo girare più alto il motore…APRITI CIELO: lì sì che ci si diverte!
Ci ho messo un po’ a capirlo, soprattutto perché all’inizio ogni motociclista (o quasi…) tende ad essere prudente, ad aver paura. I primi km sono sempre di prova, con se stessi, con la strada e con la moto.
Man mano che si prende fiducia nelle proprie doti e confidenza con il proprio cavallo meccanico, si osa un po’.
Questo è quello che mi è accaduto. La FZ6 è stata un’ottima compagna nella mia crescita da aspirante amazzone a motociclista in fieri.
Avendo cambiato stile di guida, ora so come comportarmi se voglio una esperienza rilassata e tranquilla, da città, se voglio lasciarmi cullare tra le curve delle colline marchigiane, ma so anche come trattare la mia Yamaha se voglio divertirmi nel misto: dai 9.000 giri in su comincia a farsi sentire e a rispondere in maniera inaspettata.
Ne ho avuto un primo sentore quando l’ho portata in pista (ebbene si!).

Ho voluto fare questa esperienza per provare l’emozione di guida senza le inibizioni e le solite paure della strada, con un asfalto perfetto, curve ampie e aperte, nessun pedone, nessun camion…
E lì mi sono molto divertita! La mia bella è stata bravissima, tenuta sempre, come dico io, “impiccata” sopra i 9.000 giri, ha saputo regalarmi una bella esperienza per il mio battesimo della pista.
Parlando di belle sensazioni, i terminali LeoVince aftermarket hanno un sound letteralmente da urlo!
Tra i cordoli è venuta fuori una parte di me, quella energica e un po’ rabbiosa, che trova nell’espressione del motore un’ottima alleata. In strada, come nella quotidianità, sono prudente, sono attenta a come mi pongo in base a chi ho davanti, così come cerco di calibrare i km/h tenendo conto dei pericoli.
In pista, invece, ho potuto dare il 100%, ho potuto sperimentare un’ espressione di me, personale e motociclistica, totale e senza paure. Certo, era la mia prima volta e non ho regalato una performance da motomondiale, anche perché l’assetto della FZ6 è prettamente stradale, ma è stato comunque il MIO gran premio!

Consiglio questa moto a chi è alle prima armi, a chi vuole farsi una prima moto senza svuotare il portafogli, a chi ha bisogno di prendere confidenza con le due ruote, ma anche a chi non vuole doverla cambiare dopo un anno per potersi divertire. Usati a dovere, 98 cv non sono pochissimi!
Tuttavia la mia euforia motociclistica è tale che ho voglia di nuove scoperte e nuove sensazioni.
Sto infatti girovagando da un concessionario all’altro, chiedendo moto in prestito ad amici bikers, partecipando ad eventi motociclistici per provarne quante più possibili.
Non ho fretta, perché se voglio divertirmi posso ancora farlo con la mia, ma adoro mettermi alla prova con mezzi, motori e ciclistiche differenti, provando quante più moto possibili.
Sulle due ruote mi sono scoperta in grado di fare tante cose, e non solo per una dote o un merito particolare, ma perché le paure passano facendo, provando. Le ansie si superano mettendosi in gioco e scoprendosi capaci di portare a termine un’esperienza con la certezza che in definitiva non c’è poi nulla da temere, e in questo la FZ6 è una compagna fedele e discreta.
Cosi, pian piano, senza fretta, mi sono scoperta donna diversa grazie alla motociclista che sono diventata.
L’una ha preso per mano l’altra e l’ha accompagnata a scoprire e amare un pezzo di sé e un pezzo del mondo.

Lucia Vallesi
MissBiker.com

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