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Il problema più grande della nostra moto

02/05/2022
Marcella Colombari
Pubblicato in: ,

Bentrovate Miss! Comincio oggi in veste di istruttrice una nuova rubrica, con cui cercherò di farvi appassionare ai misteri della guida in moto. Scopriremo come diventare complici della nostra belva, invece che passeggere spaventate. Motocicliste piene di consapevolezza, e quindi confidenza.
E non vi preoccupate, arriverò a spiegarvi anche quei fatidici tornanti in discesa!
Questa rubrica si rivolge a tutti i curiosi appassionati, dai principianti fino agli esperti, e quella di oggi è un’introduzione, con cui mi voglio presentare e cercare di catturare la vostra curiosità.

Ma cominciamo con ordine, parliamo della vostra moto: non va come vorreste?
Eppure qualunque moto guidiate, se tenuta in ordine e relativamente recente, si farà guidare bene.
Avete dei dubbi a riguardo? Datela in mano a Valentino Rossi e vedrete che andrà alla grande! 

Immagino abbiate capito dove voglio andare a parare, anche se brucia un sacco arrivare a capire che il problema più grande della nostra moto siamo noi.
Nick Ienatsch nel suo “Sport Riding Tecniques”, con questa frase così lapidaria, mi ha letteralmente distrutta! E lo sto ancora ringraziando per questo.

Provate a pensare: cos’è la prima cosa che viene da fare, se non ci si trova bene con una moto? Modificarla: adattare la moto a noi, cambiare quel… qualcosa. Che so, il manubrio, o la sella. Le gomme! Dai, devono per forza essere le gomme, lo dicono su tutti i forum.

Oppure la si vende, si cambia. Spendiamoli quei soldi! La prossima moto sarà sicuramente la moto perfetta per noi… o almeno così ci racconta l’ego, la fastidiosa scimmietta che abbiamo nel nostro cervello, che vi aiuterò a conoscere meglio in uno dei prossimi episodi.

In realtà la domanda da farci è molto più dolorosa (ma è l’inizio della nostra crescita): non è che per caso starò sbagliando qualcosa io?

La risposta è: eccome! Tutti sbagliamo un sacco di cose alla guida. Il problema è che pochi lo vogliono ammettere. E come si fa a migliorare se non si capisce di stare sbagliando?

E QUINDI LA MIA GUIDA E’ UN DISASTRO?

Non disperate, c’è anche una buona notizia: per fortuna, facciamo anche un sacco di cose giuste! Senza di noi la moto non si avvierebbe nemmeno, non metterebbe le marce, non curverebbe, non frenerebbe.
Quindi ecco la seconda rivelazione: siamo noi la magia che fa funzionare la nostra moto.

Ora non ci sono scuse: è nostro preciso dovere (e piacere!) capire la nostra guida e migliorarla, un mattoncino alla volta, per trovare confidenza e divertimento in sella alla nostra amata compagna di avventure.

MA QUINDI TORNANDO ALLA MOTO, E’ PERFETTA COSI’ COM’E’?

No, non lo è quasi mai. Ma come possiamo sapere se è da modificare, se non sappiamo come stare in sella e quali sono i movimenti giusti da fare in curva?
Non possiamo saperlo. Cominceremmo a modificare, spendere, mettere delle pezze a problemi che nemmeno conosciamo.
Ecco un altro punto doloroso riguardo alle moto: i soldi non risolvono tutto.
Beh, però è anche una bella notizia, no? Significa che non dobbiamo essere ricche per guidare bene. La soluzione sta da un’altra parte: dentro di noi.

QUINDI, DA DOVE COMINCIARE?

Per mia esperienza, i soldi meglio spesi da quando ho cominciato ad andare in moto sono quelli investiti in corsi di guida di qualità.
Lo dico perché ho già dato: prima di arrivare a fare il primo corso, ho speso un sacco di soldi rincorrendo dei fantasmi. Se una moto non andava “come dicevo io”, me la sopportavo per un po’ così com’era e poi cambiavo, certa che la moto nuova sarebbe stata “meglio”. E puntualmente non lo era. 

Premetto che in strada me la cavavo, ero sempre nel gruppo dei veloci. Avevo già letto diversi libri di guida, fatto un paio di uscite in pista.
Eppure, al primo corso di guida, a cui mi sono iscritta per migliorare, ho avuto un’illuminazione. Con l’istruttore che si sbracciava e mi fermava facendomi capire che non c’eravamo proprio, ho realizzato che sì, stavo andando veloce, ma  non perché fossi davvero così brava: stavo guidando sopra le mie capacità. A quelle che (solo secondo me) erano velocità decenti, non ero già più in controllo della mia moto.
Tradotto in parole povere: mi giocavo dei jolly ogni santa volta che salivo in moto. Non buono.

QUINDI COSA MANCAVA?

Qualche finezza particolare, qualche trucco del mestiere? No. Mi mancavano le basi. Mi ritenevo una motociclista con esperienza, ma l’esperienza non implica crescita. Ho capito che avevo tantissimo da imparare e mi sono rimboccata le maniche ma credetemi, mi sono divertita molto di più. Adesso se vado veloce (ed è quello che più mi piace), sono in controllo della mia moto, e mi diverto. Vado pure molto più veloce di prima! So di avere tanto da migliorare, e dove.

Ho anche capito un pericolo insidioso che stava alla base della mia passione:  davo più peso all’adrenalina che all’abilità, confondevo il rischio con il piacere di guida. Forse qualcuna di voi si riconosce in queste parole.
E ripeto: ero appassionata di moto, e per i miei parametri stavo imparando più che potevo! Eppure, all’occhio attento di un buon istruttore, non scappa nulla. Io ero davvero convinta di fare certe cose! Non mi avevano detto che a forza di guidare senza consapevolezza si imparano anche gli errori.

Quando siamo freschi di patente, ci viene raccontata una bella favoletta: “ora basta fare dei chilometri, più giri più imparerai”.
Eppure immagino conosciate diverse persone che guidano da tantissimi anni, e guidano proprio male. Quindi cos’è andato storto? Sono “negate”? Forse si ritengono “prudenti”? O forse nessuno si è mai preso la briga di dare loro delle dritte. Magari qualcuno gli ha dato quei bei consigli paternalistici, tipo convincerle che avevano già raggiunto il proprio limite, che non era roba per loro. Quindi quel qualcuno ha fatto grossi danni!
Se ci convincono di non saper fare una cosa, o se ci insegnano a farla nel modo sbagliato, per noi la realtà è quella fino a prova contraria. Ed è difficile contraddire delle persone a cui siamo legate, o che abbiano più carisma che conoscenza.

IL FAMIGERATO TIZIO AL BAR

Seguitemi in questa provocazione: facciamo finta di non ricordarci più come si apre una porta. Un tizio al bar (quello che parla più forte di tutti) ci spiega gentilmente, ma in maniera molto sicura di sé, che si può aprire una porta a testate, ad esempio. Ci vorrà tempo e molta pazienza, sicuramente ci si farà del male, e anche la porta ne uscirà danneggiata, ma sai, si fa così e bisogna metterlo in conto. Anzi, sicuramente col tempo impareremo dove dare le testate per ottenere il massimo effetto, e come farci meno male. Diventeremo più bravi a dare testate. Prima o poi la porta si aprirà. O forse ci stancheremo prima noi, chissà, ma d’altra parte aprire le porte a testate non è roba per tutti.

Naturalmente avremmo potuto chiedere aiuto a qualcun altro: ci avrebbe forse spiegato che basta girare la chiave, e poi la maniglia, ottenendo lo stesso effetto nel minimo tempo, senza danneggiare noi né la porta.

Capite in che vicoli ciechi possiamo finire, e quanta energia possiamo sprecarci? Si può veramente imparare a trovare una “scienza” all’interno di una guida scorretta. Si possono improvvisare regole strampalate che sembrano funzionare in mancanza d’altro, e possiamo metterci a seguirle religiosamente come una cabala o una danza della pioggia, dato che finora hanno sempre funzionato. Ma qualunque minimo imprevisto ce le spazzerebbe via come un castello di carte, e a quel punto potremmo finire a pensare che “il problema sono gli altri” e non abbia importanza quanto ci impegnamo.
Oppure semplicemente potremmo seguire i consigli di quel tizio al bar a cui piace parlare forte e troppo (e sicuramente non sa di stare sbagliando) e ci dice con autorità e orgoglio, col petto gonfio: “io il freno posteriore non lo uso MAI!”.
Forse ci suonerà strano: ma allora perché le moto lo montano? Però questo guida da trent’anni, e parla con tanta convinzione! Saprà quello che dice.

IN CONCLUSIONE…

Bene, se non volete rimanere nel gruppo di motociclisti che aprono le porte a testate (e senza freno posteriore, ovviamente) e questa mia introduzione ha stuzzicato il vostro appetito, continuate a seguirmi!
Ho in serbo per voi, principianti o esperti, tutta una serie di appuntamenti uno più utile dell’altro, con cui iniziare a capire meglio la vostra guida, per trovare confidenza e divertirvi di più, vincere le sfide che più vi preoccupano e trovare un ritmo di guida bello fluido dove siete a nostro agio. 

Vedremo posizione di guida, psicologia della guida (fighissima), tecniche di curva e frenata, superfici.
Prima che la stagione sia al culmine, avrete scoperto un sacco di cose da provare! E magari chissà, vi verrà voglia di fare un corso nella vostra zona, per vedere se avete capito e dove si può migliorare ancora.

Non si finisce mai di imparare! A presto.

Marcella Colombari
Istruttore BikerX

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