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Intervista a Sabrina Della Manna: un futuro da pilota

29/10/2020
Lisa Cavalli
Pubblicato in: ,

Sabrina Della Manna si è appena laureata vicecampionessa nella Women’s European Cup a soli 17 anni. Durante le gare ha dimostrato caparbietà e forza ma anche molta concentrazione, doti che l’hanno portata ad ottenere la pole position e la vittoria durante l’ultima tappa a Vallelunga. Abbiamo deciso quindi di intervistarla per scoprire qualcosa di più su questa giovane pilota che crediamo possa regalare molte soddisfazioni in futuro nel motorsport.

Hai iniziato giovanissima a guidare una moto, una passione che ti ha trasmesso tuo papà Claudio. Quali sono i tuoi obiettivi? Pensi di fare la pilota motociclistica di professione?

Fare il pilota purtroppo comporta moltissime difficoltà con le quali bisogna ogni giorno confrontarsi. Una però, la più complicata, preoccupa in maniera esasperante: quando finisce un campionato, come per me in questo momento, c’è un unico argomento a cui pensi continuamente tutti i santi giorni con paura e ti fa porre delle domande. Cosa accadrà il prossimo anno? Riuscirò a correre? Avrò abbastanza sponsor per affrontare i costi? A chi potrei chiedere aiuto? Ma soprattutto, come farò nel caso non potessi correre? Premesso questo, il mio obiettivo principale è sempre riuscire a gareggiare e magari, con un pò di fortuna, riuscire a trovare qualcuno che crede in me e che mi aiuti a fare il pilota di professione.

Qual è la gara che ricordi con più emozione?

Ogni gara è un mondo a sè ed ognuna ti lascia un ricordo, positivo o negativo che sia. Dovendo scegliere quella più bella ed entusiasmante, che mi ha regalato il massimo che un pilota possa desiderare, direi che è stata l’ultima a Vallelunga, dove ho ottenuto sia la pole position che la vittoria finale.

Quali sono i tuoi idoli nel mondo del motorsport? Ne hai conosciuto qualcuno?

Mi piacciono molti piloti e, per vari motivi, più o meno blasonati. Ma tra tutti, due li preferisco in maniera particolare. Il primo è Luca Salvadori che milita nel CIV: oltre che per la sua bravura mi piace tantissimo per la sua umiltà e la sua simpatia. Il secondo invece è Marc Marquez, perché racchiude molti aspetti che io amo di un pilota: è un giocoliere, con la moto fa quello che vuole, ha grinta, ha testa, non molla mai, anche quando potrebbe per distacco di punti, non accetta di stare dietro, deve per forza dare il massimo correndo dei rischi enormi, cosa che un pilota deve fare. Per me è un mito.

Le tre cose a cui non potresti mai rinunciare.

Ovviamente la moto, la famiglia e l’amicizia quella vera.

Hai un motto o una frase che più ti si addice?

Nella vita come nelle gare, tutto finisce quando si passa il traguardo, quindi non mollare mai.

Sabrina Della Manna prima della gara di Imola

Il mondo del motociclismo è per lo più maschile: pensi che le cose potranno cambiare in futuro?

Lo spero ma non ci credo. Potrei raccontare un piccolo episodio a questo proposito. Quando ho iniziato, 5 anni fa, mi divertivo con una minimoto in pista e ovviamente ero l’unica femminuccia. A detta di altri anche abbastanza veloce, tanto da mettere dietro un bel pò di maschietti. Questo per qualcuno era un vero e proprio problema, non so se più per i ragazzini o per i papà. Ad esempio, ce n’era uno in particolare che soffriva molto la mia presenza, tanto che quando entravo io in pista lui restava fuori e, viceversa, quando io uscivo lui entrava. In principio non avevo fatto caso poi però ho notato qualcosa di strano e allora ho provato a far finta di uscire per poi rientrare subito dietro di lui. Beh, ricordo benissimo che in quel periodo quel ragazzino alla fine ha girato pochissimo perché usciva in continuazione. Ma io facevo una fatica pazzesca a girare tutto il giorno. Detto ciò non credo che le cose cambieranno mai e dovremo fare tanta fatica per poter ottenere dei risultati.

Hai ottenuto la tua prima vittoria importante nell’ultimo round del Women’s European Cup di quest’anno. Raccontaci come hai vissuto questo strepitoso risultato.

Ti dirò, sembrerà assurdo ma nel periodo tra la gara di Imola e quella di Vallelunga mi sono preparata moltissimo, soprattutto mentalmente. La convinzione nello sport è un elemento molto importante. Ho passato quel periodo pensando e ripensando ad ogni piccola cosa, ho rivisto le gare precedenti, ho studiato le mie avversarie: in sostanza mi sono talmente concentrata che addirittura una notte ho sognato che facevo la pole position e vincevo la gara e il caso ha voluto che poi accadesse esattamente quello. Quella gara è stata fantastica, mi sono divertita tantissimo. Ricordo ogni istante, ogni tentativo di sorpasso delle mie rivali ed ogni mia risposta. Mi sono trovata talmente a mio agio che mi è risultato tutto molto facile. Questi risultati comunque, anche se c’è qualcuno che non la pensa così, non dipendono solo da noi piloti ma anche da tutto un gruppo di persone che ti segue, ognuna con un compito diverso. Per questo devo dire Grazie con la G maiuscola al GradaraCorse Raging Team per avermi portato a questa vittoria con una moto studiata su misura per me in tutte le condizioni: sia sul bagnato (qualifiche con pioggia) sia sull’asciutto. Senza dimenticare il costante incitamento che fa sempre la differenza.

Ci sono stati dei momenti in cui hai avuto paura? Quali sono le cose che ti spaventano di più?

Si, con la moto devi aver paura, è necessario. Credo che il giorno in cui smetti o ti scordi di aver paura è proprio quello in cui più rischi di farti male. Ci sono diversi tipi di paura che ti assalgono. Quella più ricorrente per un pilota è sicuramente quella di non riuscire più a dare tutto te stesso dopo un infortunio insieme a quella di non poter recuperare al massimo nel minor tempo possibile. Proprio la stessa situazione che, tornando al mio pilota preferito, credo stia capitando a Marc Marquez.

C’è qualcuno che vuoi ringraziare in particolar modo?

Di sicuro la mia famiglia che di sacrifici ne ha fatti moltissimi. Poi i miei sponsor che mi aiutano: senza di loro non staremo qui a parlare di sicuro. Ma un ringraziamento speciale va al mio capo team, Carlo Facchini, che mi sta aiutando moltissimo in tutti i sensi: è una di quelle persone che in questo ambiente non è sempre facile trovare. L’ultimo, ma non per importanza, che vorrei ringraziare è Andrea Lazzarini che ho conosciuto recentemente e che sta dedicando molto del suo tempo ad aiutarmi a portare avanti il mio sogno da pilota e per questo lo ringrazio moltissimo.

Che messaggio vuoi dare a tutte le motocicliste che ci stanno leggendo?

Semplice: divertimento, divertimento, divertimento. Senza quello non si può fare nulla. E a chi invece volesse andare oltre e provare qualcosa di più professionale consiglio di fare le cose con molta calma, passo dopo passo, crescendo gradualmente, senza saltare le tappe. Perché, come dicevo prima, in questo sport ci si può fare molto male.

Lisa Cavalli
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