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Karma On The Road: “Seminare del bene lungo la strada”

15/03/2023
Lisa Cavalli
Pubblicato in: ,

Giulia e Luca sono due ragazzi dallo sguardo sereno e dai modi gentili. Fanno parte di quella schiera di persone che vogliono un mondo migliore. Dopo un grave incidente in moto che priva Luca di un arto, decidono di fondare Karma On The Road, un’associazione no-profit che si occupa di riciclare protesi usate per donarle a chi ne ha bisogno.

Ciao Giulia, ciao Luca, cos’è esattamente e com’è nata Karma On The Road?

Karma on the Road nasce a seguitodi un incidente stradale in moto che ho fatto nel 2016. Stavo tornando a casa da lavoro, una macchina mi ha tagliato la strada e io mi sono svegliato in terapia intensiva cinque giorni dopo. Ancora oggi non ricordo nulla di quello che è successo.
Da un letto di ospedale, in cui sono rimasto parecchio tempo (in totale ad oggi sono arrivato a 42 interventi), si è arrivati all’amputazione della gamba sinistra e ora porto una protesi. Come dicevo, in quel letto di ospedale ho fatto parecchie considerazioni e una di queste è stata che sarei voluto ritornare in moto e ritornare a viaggiare. Tutto l’iter è durato più di tre anni e a quel punto viaggiare non ci bastava più, volevamo aggiungere qualcosa di un po’ più profondo al viaggio. E’ proprio da qui che nasce Karma on the Road, semplificata in “La semplice filosofia di seminare del bene lungo la strada”. (Luca)

Volevamo fare qualcosa di positivo, specialmente per altre persone amputate quindi abbiamo aperto la nostra no profit e abbiamo iniziato ad occuparci si sostegno a persone amputate tramite molti progetti: riciclo delle protesi usate, apertura di sportelli di ascolto, presenza nelle scuole per parlare di inclusione, di disabilità, di sicurezza stradale e facciamo progetti solidali di viaggio che sono quelli che ci piacciono di più! (Giulia)

Dopo aver ascoltato questa storia mi viene in mente la parole “resilienza”, riuscire a superare un colpo così duro e uscirne più forti. Per chi non ha subito la perdita di un arto è difficile capire cosa si prova, eppure spesso molti si abbattono per poco. Cosa vi sentite di dire a queste persone?

Mi sono trovato nella situazione di non avere molte possibilità: o finire in baratro o lottare e cercare di riprendermi la mia vita. Sono sicuro che mi sia stata data una seconda possibilità perché il fatto che oggi sia qui a raccontarla non è così scontato.
Su quello che dicevi prima, che un normodotato non possa capire, in realtà io credo non sia così. La perdita di un arto può essere associata a un qualsiasi lutto. Il processo mentale che bisogna fare per venirne fuori, di accettazione, è più o meno lo stesso. L’unica cosa che si può fare è guardare avanti e, come diceva il buon Alex Zanardi: “Guardare quello che si ha e non quello che si ha perso”.
Le difficoltà le affrontano tutti ma sono soggettive per chi le vive. (Luca)

Mi piace questo spirito perché è tanto d’ispirazione. Anche per me, quando ad esempio sto facendo qualcosa che mi stanca e non ho voglia di fare, vedo lo sforzo che fa Luca tutti i giorni per raggiungere un obiettivo anche piccolo e penso che se ci riesce lui con tutte le sue difficoltà, io non dovrei farmi nessun problema visto che sono “tutta intera!”. (Giulia)

Karma On The Road

Luca, quanto ti ci è voluto per tornare in moto? E com’è stato ritornare in sella?

Tre anni dopo l’incidente sono tornato in moto. Ma tre anni dopo l’incidente ho anche deciso di amputare la gamba sinistra, è stato uno degli ultimi interventi che ho fatto.
Quindi sono tornato in moto anche se la mia gamba era messa molto male ma dopo qualche mese ho dovuto rifare tutto da capo visto che la gamba non c’era più.
Imparare nuovamente a camminare, fare la patente speciale, rifare tutto per ritornare in moto. La parte più difficile è il pensiero che potrebbe risuccedere un incidente. Ma la moto era una cosa a cui non volevo rinunciare, senza di essa non sarei tornato a stare bene come sto. (Luca)

Ascolta l’intervista completa di Giulia e Luca nella community di MissBiker a questo link

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