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La moto è libertà mentale e fisica: la storia di Serena

11/01/2021
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La vita ci riserva sempre delle sorprese, a volte belle a volte dure da affrontare.

Nel giugno del 2013 persi mio padre, il mio tutto,il mio Maestro di vita. Mi insegnò ad usare ogni attrezzo agricolo come fossi un maschio. Dalla fresa al decespugliatore, trapani eccetera ma la cosa che più desideravo non me la fece mai provare: la sua moto. Una vecchiotta MV AGUSTA dell’85. Essendo ragazza e “donna” aveva paura che mi facessi del male.

Nel 2014 persi un’altra parte di me: diventare mamma…e poi, a distanza di pochi giorni, anche il lavoro. Tutto era troppo duro da sopportare. Dovevo voltare pagina.
Quando andai a convivere con il mio compagno gli feci da zavorrina per quasi quattro anni sulla sua moto, una Triumph Tiger 1050. 
Facemmo tanti bei giri e vacanze, conoscemmo tanta gente nuova. Poi a lungo andare mi resi conto che io volevo guidare. Qualcosa mi diceva che dovevo prendere una moto tutta “Mia”!
Fu così che chiamai la Yamaha MT 07 versione 2015 e poi feci la patente.

Come sapete, purtroppo, la scuola guida non insegna tutte le tecniche per guidare la moto ma solo lo stretto necessario per essere ammessa all’esame.

Uscivo con amici alla velocità spaziale (!) massima dei 40/50 kmh. Sapevo appena inserire le marce e frenare. Ero terrorizzata da una minima curva, uno stop per non parlare di partenze in salita o tornanti.

Mi iscrissi al gruppo di Missbiker, un mondo tutto nuovo per me. Scorrevo tutti i vari post e leggevo le esperienze delle altre motocicliste. Ne fui colpita da uno in particolare: una ragazza, Marta, scriveva di aver partecipato ad corso di guida sicura su strada. La contattai in privato e molto gentilmente mi spiegò tutto e mi diede il numero del Maestro Andrea Maida. Era Marzo del 2016, lo chiamai tutta entusiasta ed impaziente di fare il corso, solo che la prima data disponibile era per il 17 Luglio. Un tempo infinito.

Quando arrivò il giorno tanto atteso già solo con la teoria Andrea mi aprì un mondo! Gli feci una domanda a cui nessuno mai fino a quel momento fu in grado di rispondermi: “Se io guardo e vedo che c’è un ostacolo, perché ci vado addosso? Dovrei evitarlo se l’ho visto!”
La sua risposta: “La moto si guida con lo sguardo! Lei va dove tu guardi!”

Poi la tecnica su strada: ero un disastro! Dovetti correggere un mio grosso problema (che tutt’ora ho): la scoliosi e 1 cm di differenza tra una gamba e l’altra. Ero storta, brutta da vedere. Tenni l’MT 07 per un anno e mezzo, poi la vendetti con 29.900 km. A lungo andare non la sentivo più come una moto adatta a me: tanto freno motore, un poco scorbutica anche se leggera e con ottimo sterzo. Giusta per imparare. Finché un giorno Andrea Maida mi fece provare la sua Kawasaki Z1000SX. Impaurita perché la vedevo abominevole e pesante…ma me ne innamorai dopo 2 km. Guidandola sentivo che era quello che faceva per me.

Passai due giorni a contattare concessionarie e ne comprai una dopo una settimana. La Kawasaki la chiamai “MONELLA” perché un poco mi rispecchiava: grintosa, sempre pronta e perfetta per viaggiare.

Un giorno stupidamente caddi da ferma. Girai lo sterzo ero sopra a della ghiaia a bordo strada. La moto si stese nel fianco dx e non si fece neanche un graffio, neanche io mi feci nulla, rotolai solo giù da una scarpata. Mi rialzai. Piansi. Mi sentii sconfitta per non essere stata in grado di tenere su una moto così pesante. Ripensai a dei commenti che fui costretta a sentire da ragazzi di mia conoscenza: “Si prende la moto grossa e poi se la fa spostare dal suo compagno!” Sì, in certe situazioni preferisco farlo fare a lui piuttosto di rovinare la moto per poi spendere dei soldi e non me nevergogno!

Ricontattai il maestro Maida. Sapevo che lui aveva già esperienza con degli esercizi su piazzale per poter sbloccare persone come me che avevano subìto un “trauma da caduta”. Quando finivo di lavorare andavo in piazzale a provare e riprovare. Non avevo ancora capito che ero intimorita dalla moto.
Maida mi sbloccò, mi fece capire fin dove potevo arrivare con vari esercizi di equilibrio di lavoro con la frizione e freno dietro, tutti pensati per la mia problematica.

Dopo 10 giorni andai a fare il Passo dello Stelvio. Ero realizzata e sbloccata. Poi ricambiai moto. Presi un’altra Kawasaki Z1000SX versione 2018 con tutta l’elettronica che serve per la guida sicura. Feci altri due tour su strada: uno sulle Dolomiti e uno sull’Appennino Tosco Emiliano.

Con la stagione 2018 Andrea decise di inserire nel suo calendario le Tecniche di guida sicura su piazzale. E noi, io ed il mio compagno, iniziammo la collaborazione con Maida Moto Master.
Lo seguiamo in vari tour su strada, lo aiutiamo con gli allievi, a sostenerli, a scattare foto e video per riprendere ogni momento, sguardo, felicità che loro esprimono. E poi tutti gli errori e i miglioramenti.
In inverno, quando la scuola è ferma, noi proviamo nuovi esercizi che poi verranno inseriti nella nuova stagione.

Per me andare in moto è libertà mentale e fisica. L’adrenalina che sento quando l’accendo, quando respiro l’aria che entra nel casco, quando sento i profumi della natura e vedo orizzonti nuovi: la moto mi fa stare bene!

Serena Formentin
MissBiker 2020

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