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La teoria delle 10.000 ore

22/09/2021
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Erano gli anni ’30 del Novecento quando lo psicologo inglese Anders Ericsson è giunto alla conclusione che ci fosse una cosa innegabilmente più importante del talento: la costanza.
E io ora, quasi cento anni dopo, è una cosa che cerco di tenere bene a mente quando salgo in moto e sul sellino posteriore vedo non solo i sogni giganteschi che voglio realizzare, ma anche tutti i limiti e le difficoltà che la mia mente fatica a ignorare.
C’è una cosa che dico sempre, e questa cosa è che “la motocicletta è la più straordinaria metafora della vita”, perché è davvero così, anche quando ce ne dimentichiamo. Chiunque di noi abbia mai frequentato un corso, sia esso di fuoristrada o di guida sicura su strada, avrà sentito questa frase un milione di volte. Ogni istruttore, infatti, ci insegna che guidare la moto è soprattutto una questione di occhi (anche se a me piace parlare più di “visione”), e che le nostre due ruote vanno esattamente nella direzione e nel punto in cui focalizziamo lo sguardo.
Ecco, oggi vorrei ricordarvi che questo funziona anche per tutto il resto, anche per la vita che accade quando scendiamo dalla moto.
E proprio perché non c’è differenza fra quello che viviamo in sella e quello che viviamo quando non abbiamo la mano stretta sulla manopola, le paure e le limitazioni che emergono nella vita di tutti i giorni, magicamente fanno capolino quando guido. Decuplicate.
Sarei ingenua a credere che sia un problema solo mio, e se fossi più sgamata di quanto non sono farei una di quelle cose che si vedono nei film americani tipo “alzi la mano chi si è sentito come me almeno una volta”, pur sapendo che tanto servirebbe a poco. O a niente, visto che se anche non lo si vuole ammettere, è capitato a tutti.
A me succede costantemente, e non importa se accanto a me ho una persona straordinaria che mi dice sempre che posso fare qualunque cosa, e che mi guarda serissimo dicendo “un giorno, alla Dakar sarai da sola. E te la caverai benissimo”… la verità è che quando ho iniziato ad andare in moto mi sono sentita un’idiota piena di paure e limiti. Perché le stesse paure della vita ordinaria – ovvero quelle di non essere all’altezza, o abbastanza – le ho prese in toto, le ho impacchettate per bene e ci ho alimentato la benzina nel serbatoio.
Non pensando che anche i grandi campioni hanno probabilmente iniziato sentendosi degli idioti, e avendo ancora tutto da imparare. Il loro vantaggio? Probabilmente avere incominciato a nutrire il mio stesso sogno quando ancora si stavano destreggiando con la tabellina del 4, e quindi la loro mente era più sgombra da costrutti, vissuto ed esperienze che rendono tutto più complesso.

Penso spesso alle persone che ammiro, a chi fa questo sport con risultati e soddisfazioni, e penso che sia stata un’immensa fortuna, per loro, aver cominciato presto. Una fortuna che io non ho avuto, e della quale mi dispiaccio.
Però è qui che entra in gioco la teoria delle 10.000 ore, ovvero la teoria che sostiene che una pratica costante, dedizione e abnegazione possano più di qualunque inclinazione naturale non nutrita.
Che sia verità o invenzione non lo posso sapere, però io ho scelto di crederci e mettermi a testa bassa sul manubrio per realizzare i miei sogni, per percorrere tutte le strade e salire su tutte le pedane che ho immaginato fin da bambina.
E pazienza se ho comprato la mia prima moto a 23 anni – regalandomela per la mia laurea, con i soldi guadagnati facendo la giornalista per un quotidiano locale -, se ho capito cosa volevo veramente solo da poco… quando una cosa accade è perché il momento giusto che accada.
E questa è un’altra delle grandi lezioni imparate da quando ho messo il sedere sulla mia prima moto, una CB500X, e ho pensato di guidare per 3 mesi dall’Italia all’Asia Centrale.
Sbagliando su tutta la linea in tantissime cose, ma non in quella più importante: il desiderio di perseverare.
Perché, come mi ha detto una volta Maurizio Gerini, “non siamo mica nati bravi, e volere è potere”. E se lo dice lui, beh, non ho motivi per non fidarmi.

Arianna Lenzi
per MissBiker©

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