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Lulu Phaedra Theffo: “Se avessi una figlia la porterei in pista con me”

09/03/2023
Lisa Cavalli
Pubblicato in: ,

Lulu Phaedra Theffo nasce a Gisors (Francia) nel 1978 per poi trasferirsi in Italia. Inizia ad approcciarsi al mondo della pista tra il 2000 e il 2003 ed è in questo momento che sboccia una grandissima passione per le corse. Negli anni partecipa a molti trofei 125SP, minimoto e al campionato 2T Italian GP che lo scorso anno conclude al terzo posto. 

Quali sono i tuoi obiettivi?

Continuare a correre, con i 2 tempi, per sempre. Pensa che quando sono andata al Motor Bike Expo sono passata in FMI a chiedere se si può correre fino ai 75 anni anno solare o fino al proprio compleanno. Di anni ne ho 44, c’è ancora tempo per pensare ai limiti di età!

Qual è la cosa che ti piace di più del mondo delle corse in moto?

Quello che si prova mentre si è in pista. E’ un continuo volersi migliorare, cercare di fare sempre di più. Io guardo come riferimento i tempi veri. Ad esempio vado a vedere i tempi di quando a Varano, nel campionato Sport Production o GP, correvano ancora gli “alieni”. Guardo quanto mi manca rispetto a loro. La cosa più bella è proprio il momento in cui sei in pista, quel momento in cui sai che puoi aprire. E non è così facile perché quando guidi una 2 tempi devi essere proprio sicuro quando apri per non rischiare di cadere. Quel momento in cui apri e vedi che la moto va, che sei lì nel cupolino, quando sei lucido e senti tutto questo, per me è la cosa più bella del mondo.

Hai mai avuto paura?

Sicuramente paura di non andare abbastanza veloce! Quando mi sono rotta la clavicola, per due avevo qualche problema con le staccate però tutto lì. La vera paura per me è quella di non andare più in moto, non di farsi male. Andare in moto è correre il rischio di farsi male. Scopri se è una vera passione la prima volta che ti fai male da doverti fermare per un po’: se ti spaventi smetti, altrimenti non vedi l’ora di stare meglio per tornare in sella. Ho scelto io di salire in sella e correre. Se mi faccio male posso solo dire che è stata una scelta mia. 

Secondo te, quanto è difficile per una donna fare carriera nel motorsport?

Oggi ci sono molte più donne in questo mondo, se ne vedono sempre di più anche tra i più piccoli. Comunque in generale vieni sempre considerata un po’ meno. Lo vedo anche con i miei avversari in pista. Finché stai dietro non ci sono problemi ma se arrivi vicino o vai più forte a volte cambiano atteggiamento. Sarà perché siamo ancora poche, non lo so. Le donne che corrono sono un po’ sparse nei vari trofei. E’ vero, c’è anche il campionato femminile ma in questo modo non crei aggregazione con la controparte maschile. Almeno questo è il mio pensiero.

Quali sono gli ostacoli da superare per avere più donne che gareggiano?

Se guardiamo le piccole cilindrate, non vedo molte differenze con i maschi se non forse dal punto di vista della testa. Spesso i ragazzi sono più incoscienti di noi donne che siamo solitamente più auto conservative. Arrivare però ai livelli alti come la MotoGP la vedo davvero difficile invece, perché lì il fisico c’entra eccome. Un altro ostacolo sono senza dubbio i soldi. Ce ne vogliono troppi per correre e aumenta ogni anno. Se vuoi partecipare a qualche gara del campionato italiano devi sborsare tanto. Meno male che ci sono campionati più accessibili come il Motoestate o il 2T Italian GP ma in ogni caso costa tutto più di prima. E’ diventato sempre più difficile per gli amatori, al di là che si parli di maschi o femmine. Trovare degli sponsor è sempre stato problematico ma ora è quasi utopico.

“La mia vita è lì, tra queste due ruote, dietro ad un cupolino e con il coltello tra i denti per limare i decimi. La mia vita ha l’odore della miscela ed il rumore di una zanzara incazzata. La mia vita è tra queste curve e l’unica cosa che conta è poter riabbracciare l’adrenalina.” Lulu Phaedra Theffo

Pensi che se avessi avuto più risorse economiche avresti fatto una carriera a livelli più alti?

Penso di sì. Ho sempre fatto praticamente solo le gare. Ogni tanto prove libere fuori dai weekend di gara ma raramente perché se vai a fare le prove poi non hai più i soldi per fare le gare. Le prove servono, soprattutto se corri con una 125 gp, c’è tanto da sistemare nella guida e servirebbe fare km. 

A che età hai iniziato a correre?

Verso i 20 anni ma non pensavo di poter farcela. Mi piacevano le moto, ero andata a vedere delle gare del Mondiale. Vedi quei grandi campioni e non immagini che potresti correre anche tu. Poi mi sono trasferita a Pesaro, ho visto delle gare in cui c’era gente che arrivava col carrello e qualcuno mi ha fatto provare e da lì non ho più smesso.

Se avessi una figlia e lei ti dicesse che vorrebbe correre in moto. Cosa le diresti?

La porterei con me a girare! Non si dovrebbero mai obbligare i figli a fare qualcosa ma se vedono in te una grande passione e vogliono provare, sarebbe bello condividerla con loro.

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