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María Herrera: “Mi piace poter aiutare altre donne a crescere”

19/01/2022
Lisa Cavalli
Pubblicato in: ,

María Herrera Muñoz (Toledo, 26 agosto 1996) è una pilota spagnola molto stimata nel mondo del motociclismo. Ha corso in Moto3, MotoE, Campionato mondiale Supersport 300 e Campionato mondiale Supersport.
L’abbiamo intervistata in esclusiva per MissBiker e abbiamo scoperto di più sul suo futuro e sui suoi sogni.

Ciao María! Grazie per essere qui con noi. Sei una delle pilote che più rappresentano il motociclismo femminile. Come ti senti in questo ruolo?

Beh, all’inizio sentivo la pressione dei media, ma adesso mi sento più a mio agio, mi piace il fatto che la mia figura aiuti altre donne, altre giovani pilote a continuare a crescere. Attualmente, collaboro attivamente con la Federazione Motociclistica Spagnola e aiuto le nuove generazioni.

Anche lo scorso anno NON ci sono state donne in MotoGP. Come mai è così difficile per noi raggiungere i vertici?

Dunque… è difficile! Alla fin fine una donna deve poter contare sull’aiuto di una squadra con buon materiale a disposizione, e questo è ciò che spesso manca per le ragazze. Invece nel mio caso, per esempio, il team Aspar mi ha aiutato molto e se ti trovi a gareggiare in una categoria in cui ti trovi bene puoi ottenere buoni risultati.

Quali sono i tuoi progetti per il prossimo futuro?

Per il prossimo anno intendi? Ancora non è confermato, stiamo cercando una buona moto in un altro campionato ed è difficile, perché ci vuole anche supporto economico, perché alla fine si sta convertendo in un mondo un po’ complicato, perché se non sei in MotoGP ti devi arrangiare e cercare degli sponsor per poter correre.

Da qualche giorno è stata confermata la tua partecipazione anche nel 2022 alla Coppa del Mondo FIM Enel MotoE. Come ti sei trovata nel mondo così diverso delle moto elettriche?

Allora, il mondo elettrico è davvero molto diverso. All’inizio, quando ho provato la moto per la prima volta non mi è piaciuta molto, sai… pesa 260kg, io non sono molto alta, sono piccolina. Ma alla fine sono riuscita a cambiare il mio approccio: sapevo che dovevo correre con quella moto, mi concentrai molto e durante quella stagione alla fine a Misano lottai per il podio, cosa che non mi sarei mai aspettata, perché è difficile, e anche in altre gare. È davvero una moto divertente da guidare, i tempi dei piloti sono molto vicini, c’è molta parità, perché le moto sono uguali.

Secondo te perché ci sono così tante pilote spagnole in tutte le discipline del motociclismo?

Beh, io credo che ci sia un buon vivaio di giovani talenti, ci sono molte scuole, in questo momento c’è un boom di scuole, tutti i piloti creano delle scuole. Quindi credo che sia dovuto al vivaio di piccoli talenti, forti fin dall’inizio, per cui si molti spagnoli che vanno avanti perché di fondo c’è un numero elevato nel campionato.

Hai molta esperienza. Ti piacerebbe in futuro insegnare?

Sì, sì, mi piacerebbe. Mi piace anche poter trasmettere, sono una persona a cui piace scherzare, sono allegra e credo di poter portare la mia allegria nel motociclismo, per poter guidare bene divertendosi.

Sei protagonista del campionato MotoE. Come ti sei sentita in un mondo così diverso come quello delle moto elettriche? 

Bella domanda! Allora, vediamo… beh, la Moto3 è una categoria piccola, la moto pesa 80kg, è molto leggera, e se ci penso ora mi sembra quasi un giocattolo, è molto agile, è una moto da gara, ricorda solo un po’ la MotoE, dove le moto sono invece più rigide e più difficili da pilotare. La 600 è una moto con la quale tutti possono andare veloci, perché si adatta al tuo stile e ti permette di fare degli errori. A livello di velocità, la MotoE si può paragonare alla 600, però non ti lascia fare errori, è una moto con molta inerzia quando freni, e bisogna guidarla con precisione. Alla fine ci possono essere stili di guida diversi, ma bisogna mantenere una linea e non commettere errori.

Come cerchi la concentrazione e la carica prima di entrare in pista? Ascolti musica? Ti isoli? 

Allora… musica… dipende. Non ascolto musica, in realtà ascolto un video motivazionale che prepariamo all’inizio della stagione con lo psicologo e il preparatore. Si tratta di immagini mie, di quando le cose vanno bene, lo visualizzo e faccio questo prima della gara. In definitiva, faccio le stesse cose, inconsciamente, e questo mi permette di concentrarmi per la gara.

Raccontaci di quel famoso casco rosa.

Nel 2019 Open Bank iniziarono a sponsorizzare il team Aspar e mi chiesero di indossare un casco rosa per la gara in Francia, che si teneva nella giornata mondiale per la lotta contro il tumore al seno. E a me il rosa non piace. Non mi piace per niente… cioè, il binomio donna-rosa non mi piace. Tuttavia, la motivazione di fondo era utile, perché in questo caso il rosa rappresentava la lotta contro il tumore, e quindi mi piaceva. E poi, l’anno dopo, pensai: “Perché non continuare a supportare questa causa?” e attualmente sto vendendo dei quadri rosa che dipingo io e il ricavato è destinato all’Associazione Mondiale per la lotta contro il tumore al seno e per invitare le persone a supportare la causa, organizzo durante l’anno dei concorsi a premio con i miei caschi.

Ti va di salutare le ragazze della community di MissBiker?

Certo! Un saluto a tutto il mondo di Miss Biker!

Traduzione: Lisa Di Blas
ph credits: profilo Facebook Maria Herrera

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