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Michela Zin Motoviaggiatrice: la moto mi ha dato libertà e indipendenza

23/12/2021
Lisa Cavalli
Pubblicato in: ,

Una Harley-Davidson e tanta voglia di viaggiare. Oggi ti raccontiamo la storia di Michela Zin Motoviaggiatrice, una donna forte e indipendente che ha percorso oltre 80 mila chilometri con la sua moto assaporando emozioni e libertà.

Ciao Michela, grazie per aver accettato di rispondere a qualche domanda per il blog di MissBiker. Iniziamo subito con una domanda fondamentale: cosa vuol dire per te essere motoviaggiatrice?

Wow! che bella domanda tosta per iniziare questa piacevole chiacchierata tra motocicliste.
E’ iniziato tutto per gioco, poi la passione per il viaggio in moto è cresciuta talmente tanto da diventare parte insostituibile della mia vita. Vero è che non ho ancora fatto il giro del mondo in solitaria in moto ed ho ancora molto da imparare da grandi Donne che hanno affrontato in moto dei viaggi incredibili, ma se devo riflettere su chi sono la parola che più mi rappresenta è proprio questa: motoviaggiatrice.
Amo viaggiare in moto, ovunque e comunque.
Essere motoviaggiatrice per me significa essere libera di Vivere in prima persona le mie scelte alla scoperta del mondo esteriore e interiore attraverso la moto.
Significa essere pronta ad affrontare gli imprevisti che si presentano sulla mia strada perché li considero dei doni che mi danno l’opportunità di misurarmi con i miei limiti e superarli.
Significa arricchire il mio bagaglio di vita.
Significa realizzare i miei sogni.

A che età hai iniziato a guidare e qual è la moto che poi hai sentito come perfetta per te?

Un giorno uscendo dal lavoro, circa 13 anni fa, mi sono fermata quasi per caso in una scuola guida e chiesi:
“Quanto costa la patente della moto?”
La segretaria rispose: “Circa 200€”
Io: “Ok, mi iscrivo”
Questo fu l’inizio di questa meravigliosa avventura. Durante le lezioni di pratica ero l’unica donna e l’struttore mi diceva con l’auricolare: “Accelera, accelera zuccherino, ti soprassa anche il postino!” ma io non ho mai mollato!
Avevo sentito subito quella magica scarica di energia che ti ritorna guidare una moto.
Mi lasciarono per ultima a fare l’esame: prima gli uomini, io donna potevo aspettare! Capii quindi, sulla mia pelle, che il rispetto nel mondo dei Riders dovevo guadagnarmelo. E così feci.
Presi la patente al tentativo no.1, senza possedere una moto. Avevo alcuni amici Harleysti e così entrai nel mondo custom.
Comprai un modello entry level, l’IRON 883, e iniziai a girare il mondo.
Il mio primo viaggio a Sarajevo ricordo è stato davvero difficile. Ho creduto di non essere all’altezza, ero spesso in difficoltà nelle curve e tornanti, ma non mollai. La felicità che mi trasmetteva la guida di una moto era comunque troppa per rinunciare. Dopo circa due anni di amore e odio con l’883 capii che stavo guidando una moto non adatta a me ed è così che presi il mio primo Street Bob e fu amore a prima vista. Con lei ho percorso tantissimi chilometri in lungo e largo, visitando molti Paesi.

Che viaggi hai fatto?

Questa domanda mi permette per la prima volta di ricordare e ripercorrere tutti i territori che ho attraversato e di scoprire di aver fatto circa 83000 km in viaggi importanti e meravigliosi, tra 3 Continenti e 40 Paesi, tra cui:
– Russia Bielorussia Baltico, settemila Km
– Canada, quattromila Km
– Usa Ovest (arizona, Utah, California), tremila Km
– Usa (florida Key West – Alabama New Orleans), quattromila Km
– Est Europa – Mar Nero, cinquemila Km
– Bosnia (Sarajevo) Balcani, duemila Km
– Grecia e Turchia (Istanbul), cinquemila km
– Scozia Skye Orcadi, seimila Km
– Scozia Arran Skye Highlands, seimila Km
– Irlanda, seimila Km
– Normandia Belgio Francia, quattromila Km
– Corsica, millecinquecento Km
– Italia (Sicilia), duemilasettecento Km
– Grecia – Peloponneso, quattromilatrecento Km
– Spagna e Portogallo, seimila Km
– Spagna – Mancha, tremilasettecento Km
– Francia – Spagna – Ibiza, tremilaseicento Km
– Norvegia – Capo Nord, diecimila Km

Le prossime mete su cui mi concentrerò in futuro spaziano dal Marocco, alla Tunisia, al Sud Africa, alla Namibia, la Via della Seta, l’Asia, l’Australia…e sì! Mi manca ancora moltissimo!

Come ti è venuta l’idea di affrontare un viaggio a Capo Nord senza appoggiarti a strutture ma con tenda e sacco a pelo?

In tutti i miei viaggi precedenti ho avuto come base degli alberghi ma ho sempre sentito che questo mi limitava nell’organizzazione delle tappe, nel budget e nel richiamo che sentivo verso la Terra che mi ospitava. Sentivo profondamente il bisogno del contatto con la Natura e così ho voluto provare un nuovo modo di viaggiare in moto ovvero il wild!

Ho trascorso l’inverno scorso ad informarmi sul mondo outdoor ed a preparare l’attrezzatura per affrontare 10000km in tenda e sacco a pelo verso Nordkapp ed è stato meraviglioso! 

Questo è diventato il mio nuovo modo di viaggiare! La libertà per me è semplicemente questo: una moto e una tenda.

Dopo questa tua esperienza, quali sono i consigli che ti senti di dare alle ragazze che vorrebbero fare un viaggio come il tuo? Cosa è indispensabile portare e cosa è meglio lasciare a casa?

Il consiglio più importante che mi sento di condividere riguarda sicuramente l’abbigliamento tecnico e l’attrezzatura che deve essere di ottima qualità! 

Fare 10000km, attraversando tutto il ventaglio di possibilità climatiche, dal sole torrido del luglio italiano ai -3° degli altipiani Norvegesi, passando per 5-6 giorni di pioggia continua e incessante, vi assicuro, può mettere a dura prova anche il motociclista più esperto e preparato. Può essere massacrante e anche pericoloso se non hai un’ottima cordura, stivali e casco. Personalmente per questo viaggio ho deciso di proteggere le mani con le muffole e tenute al caldo con le manopole riscaldate. Mi hanno salvato il viaggio! Se avete in previsioni viaggi al nord non rinunciate a tenere al caldo e all’asciutto le mani! 

Sono stata molto soddisfatta di come avevo organizzato il bagaglio, avevo tutto il necessario per stare asciutta, per dormire, per farmi da mangiare e per le piccole riparazioni alla moto in caso di foratura, batteria scarica e candele. 

Qual è stato il viaggio più bello che hai fatto in moto?

In realtà è molto difficile fare una scaletta dei viaggi più belli, dipende da moltissimi fattori e dalle emozioni che provi. Ogni viaggio che ho fatto è stato speciale e mi ha cambiato.

I Paesi che mi hanno affascinato di più sono stati la Russia, per la sua immensità e la sua storia, arrivare di sera in piazza Rossa in moto davanti alla Cattedrale di San Basilio mi ha tolto il fiato, l’Irlanda per la bellezza delle persone, per la sua storia e i suoi colori e la Norvegia per il contatto viscerale che ti fa avvertire con Madre Terra.

Cosa ha significato per te raggiungere NordKapp?

Si è soliti dire che l’importante è il viaggio e non la meta. E’ sempre stato così anche per me, ma in questa occasione è stato diverso. Raggiungere Capo Nord per me è stato un grande traguardo. Si lo so è “solo un globo” ma il significato è molto più profondo.
Rappresenta per me il simbolo della strada che ho fatto nella mia vita per arrivare fino a quella che sono oggi.
E’ l’esplorazione che ho fatto alla ricerca della donna che sono e credetemi, tutto questo era riflesso nei miei occhi che contemplavano ed ammiravano la natura norvegese con la sua ineguagliabile bellezza.

Mi sono goduta ogni attimo ed istante di questo viaggio e della mia vita.

Cosa vuol dire per te viaggiare in solitaria?

Significa viaggiare per ritrovarsi, allontanarsi dagli altri alla ricerca di quella libertà che rigenera e ricarica, permettendole di tornare a vivere con rinnovata energia.
Significa non condizionare nessuno e non essere condizionata.
Significa fare nuove conoscenze e capire altre culture, scoprire nuovi paesaggi e percorrere strade fino ad allora sconosciute.

Le disavventure a lieto fine sono dietro l’angolo in moto. Ci racconti qualcosa che a ricordarlo ti viene da sorridere ma viverlo è stato un incubo? 

Fortunatamente non mi è mai successo niente di grave ma ricordo che ero alle prime armi e a Dubrovnik un gabbiano ha centrato il fanale anteriore della mia Harley, sono riuscita a stare in piedi ma il poveretto è morto e tutte le sue bellissime piume bianche hanno formato una grande nuvola bianca che ha totalmente oscurato la vista ai motociclisti dietro di me…che ridere!

In Florida, invece, sono stata investita da piogge torrenziali e forti venti, l’acqua entrava ovunque, non avevo più nulla di asciutto, vestiti, bagagli e borse ermetiche erano piene d’acqua, ma ora il ricordo mi fa sorridere.

Credi che sia sicuro per una donna viaggiare da sola in moto per il mondo al giorno d’oggi?

Non credo che viaggiare da sola in moto comporti più rischi che in gruppo. Anzi la moto è un sistema di sicurezza per la donna, vi spiego il perché. Quando viaggi in moto scattano nelle persone che incontri delle bellissime reazioni di aiuto. Tutte le persone che ho incontrato nei miei viaggi erano pronte nel porgermi assistenza. Cosa che ho riscontrato meno quando viaggiavo da sola e non in sella. 

Credi che la moto ti abbia cambiato in qualche modo? Se sì, come?

Assolutamente sì, la moto e il viaggiare con lei mi ha profondamente cambiato. Ho imparato moltissimo, non solo sul mondo che ho esplorato, ma soprattutto sul viaggio che ho fatto dentro di me.  Solo così ho potuto scoprire alcune mie doti e superare altre mie paure.
Mi sono scoperta coraggiosa, avventuriera, determinata, organizzata e altruista. Sono diventata libera e indipendente.
La moto mi ha permesso di superare la paura di affrontare da sola molte prove di vita.
Ora mi sento completa e in grado di condividere molto con i viaggiatori che la mia strada mi fa incontrare.
Ora più che mai credo che nulla è impossibile, basta volerlo!

Per concludere, care miss biker, vi lascio con una considerazione finale e una domanda che voglio farvi io stavolta: io credo fermamente che la valigia sulla moto sia l’invenzione che più di ogni altra cosa contribuisca alla liberazione delle donne!

Allora, siete pronte a partire? 

MissBiker © 2021
ph. credits: Michela Zin
Scopri di più: Blog Motoviaggiatrice

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