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Passione: sostantivo, femminile singolare

01/09/2021
Sabrina Godalli
Pubblicato in: ,

Possiamo dire, senza ombra di dubbio alcuno, che l’ambito dei motori, di qualunque tipo essi siano, è un mondo prettamente e orgogliosamente maschile. Ma la Passione? Scritta volutamente con la lettera maiuscola, dov’è? La Passione è femmina, anzi, donna. Passione, sofferenza fisica e spirituale. Passione, uno stato di violenta e persistente emozione. Bastano gran poche parole per inquadrare la situazione.

Chiariamoci, questo scritto non vuole essere un manifesto femminista, né una denuncia anti-maschilismo. Non si tratta nemmeno di un moderno cartellone di suffragette 2.0. E’ puramente una lettura oggettiva dei fatti, dei momenti, delle situazioni, di tutti quegli individui dotati di mente, anima e corpo…femminile, in questo caso. Il motore è maschio, la passione è donna.

Il fiorire della passione, il primo dramma

Chi è arrivato a leggere questo primo step, sicuramente si riconosce già nelle righe appena passate. Una ragazza, quando si rende conto di essere attratta più dal rumore di uno scarico, piuttosto che da un beauty case, già affronta il primo dramma di quello che sarà un continuo campo di battaglia. Non si sente abbastanza donna da essere come le altre? Oppure non è abbastanza uomo per essere presa sul serio? Non importa quanti cilindri abbia quel monoblocco, quanti cavalli, quanta potenza. Davanti a lei c’è un’entità nuova e molto affascinante e, da quel momento, molto spesso, diventa l’unica costante della sua vita. Fortunatamente.

Passione o ostinazione?

Che la scoperta arrivi durante i primi terribili anni dell’adolescenza, con i variatori e le due ruote (…ma che ne sanno i 2000…), che arrivi con la maggiore età e l’avventura della patente B, la passione per i motori che inizia a scorrere dentro una ragazza sarà una lotta. Passione, questa poetica parola, diverrà sinonimo di ostinazione, determinazione, frustrazione, intuizione, affermazione, disperazione, preoccupazione ed elevazione. Non necessariamente in quest’ordine, però e, il tutto, condito con una grossa dose di incazzamenti, lacrime e conti in rosso.

Una donna nel mondo dei motori deve dimostrare molto di più di un uomo. Deve essere più ostinata, deve imparare, deve studiare, deve fare pratica, spesso da sola, deve saper sbagliare con classe ed eleganza, deve imparare a chiedere consigli al sesso opposto sapendo cogliere al volo la differenza tra chi potrà darle effettivamente i consigli necessari, oppure chi vorrà altro da lei. Non serve specificare nei particolari cosa. Ogni riferimento a persone, cose o situazioni…è assolutamente voluta. Una ragazza deve essere precisa nelle scelte, nell’imparare e nello studiare. Sì perché si studia e, se molte avessero messo lo stesso impegno nello studio dei motori che negli studi scolastici, avremo centinaia di lauree, premi Nobel e baci accademici.

Il suo mezzo dovrà essere più pulito di quello di un ometto, più potente, più curato. Niente troppo rosa, non ci sono principesse in questo mondo, niente troppo nero, non potete essere troppo cattive. Niente troppi brillantini, suvvia non è un accessorio questo, ha un motore! Niente troppi fiori, honey, dai il ’69 è passato da un pezzo. Niente troppo di te, dio non voglia che tu mostri uno spiraglio di più del minimo dovuto. Niente troppo, niente troppo poco.

Le soddisfazioni arrivano prima o poi. Poi, con calma

Se la passione è quella vera, dopo tante prove, si radicherà in maniera permanente nella vita di questa ragazza.
Orfana a volte di borse e tacchi, ma con gli scaffali pieni di libri in cui certe pagine saranno state lette dieci volte prima di carpirne vagamente il significato, video salvati, appunti ripassati, pezzi in garage degni di uno sfasciacarrozze Disney.
La ragazza che si riflette sullo specchietto retrovisore, che sia leggermente oscurato da un alettone jdm, che sia filante e in carbonio di una due ruote da recensione o che sia grandangolare sopra ai 400/500 cavalli di un mezzo da patente superiore, sarà una persona con uno sguardo diretto, tagliente, penetrante. Mai mostrerà i segni di cedimento, i momenti di caduta e la solitudine. Divieto assoluto in pubblico. Un maschiaccio, spesso peggio delle aspettative, da fuori, ma con un lato tutto da scoprire, dentro. Muscoli e tatuaggi, birre bevute sui peggiori bicchieri, o tracannate fredde accoccolate vicino al loro motore. Sì. Loro. Per una ragazza il motore, quel motore, sarà suo. Forse sarà l’unica cosa veramente sua in tutta la vita.

Dopo tante risatine, batoste, finte pacche sulle spalle, l’esperienza cresce. Il moderno, e tanto decantato, know how, non è più a livello zero. Passo dopo passo, con immense difficoltà, lo spazio per lei se l’è creato. Chiedendo permesso all’inizio, con grosse sgomitate alla fine. Arrivano i primi segni di rispetto e, con grossa sorpresa, i primi timidi quesiti maschili su consigli. Arriva l’altra faccia della medaglia: non più un visetto carino, un paio di jeans e una maglietta sempre inadatta. Non più l’immagine possibile sul sedile del passeggero, la zavorra sul codone posteriore, la nuova che deve imparare. Non è più la “tipa là” a cui piacciono i motori. È la ragazza che è diventata mamma, è la ragazza che si smonta il motore e lo rimette in fase, è quella che gira la sua nazione, e non, con la sua auto sportiva, macinando chilometri e conquiste. E’ quella che, da un filo di ruggine, cura la carrozzeria della sua auto da zero investendo soldi e tempo, è quella che decide di fare il salto e fa sua una Supercar. E’ quella che incroci al casello all’alba con gli occhiali da sole, il cappellino, il suo camion e i quintali caricati dietro di lei.
È quella che arriva esausta in cima al passo di montagna con la sua moto, apparentemente da sola. Ma sola non è. Lei ha capito che non c’è solitudine. La passione è sempre lì con lei. C’è il suo motore, o ci sono i suoi motori. Ci sono i suoi cavalli, che possono essere anche alcune centinaia e, con buona pace dei romanzieri, non sono l’unico, triste cavallo bianco del principe.
Non sono storielle, sono la sua sudata, extra ordinaria, vera realtà.

Sabrina Godalli
MissBiker© 2021
ph. credits Simona Urso

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