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Un’equazione motomaniacale: Aprilia Tuono 1100RR in pista a Imola

27/09/2016
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Questa domenica mi sono trovata a dover risolvere un’equazione a tre variabili.

Io + la Tuono 1100 RR + l’Autodromo di Imola.

Diciamo che il secondo e il terzo elemento non si fanno tanti problemi e la cosa che mi preoccupava era soltanto la somma dei tre, moltiplicati per i minuti del turno che mi aspettava… “Il Nurburgring Romagnolo”, una pappardella di asfalto gripposissimo spalmata sulle colline Imolesi, l’autodromo Enzo e Dino Ferrari è una di quelle piste leggendarie, ammirate da tanti con rispetto e timore. Un tracciato altamente tecnico e variabile che, quando è affrontato alla prima volta (forse anche alla seconda e terza…) presenta delle difficoltà anche ai più esperti dei piloti, ma sa anche offrire emozioni davvero uniche. Operativo dal lontano 1953, l’autodromo ha visto susseguirsi le più importanti manifestazioni motociclistiche ed automobilistiche internazionali.

Qui ha corso la Moto GP, i trofei europei, WTCC, Formula 1 e Superbike, solo per citarne alcune. Negli anni, il tracciato ha subito varie modifiche, mirate all’aumento della sicurezza, inserendo delle varianti nei punti più critici per limitare la velocità.

Nel 2007 si è svolta una grande opera di modernizzazione del circuito e oggi il tracciato presenta due versioni: una per le automobili con un il rettilineo dei box, e uno per le moto che prevede invece la “Variante Bassa”, spezzando il rettilineo in due pezzi e limitando la velocità in staccata alla variante del Tamburello. Io, invece, conoscevo Imola anche per quello che ho sempre sentito dire di questo circuito: definito “tosto” con uno sguardo un po’ agghiacciante da parte del nostro apripista e in generale considerato “poco consigliabile per i principianti”. Amici e parenti mi hanno consigliato di prestare attenzione, nominando quasi tutte le curve in sequenza. Questo mi è bastato per non dormire la notte prima del test, con il pensiero della possibilità del dritto alla variante bassa che non mi lasciava in pace.

Devo ammettere che provare questa pista stuzzicava già da molto tempo la parte più avventurosa della mia esistenza motociclistica, però la modalità con la quale è avvenuto mi ha lasciato veramente senza parole. Sono arrivata all’autodromo la mattina e mi sono diretta ai box di SpecialBike per le prove libere di Aprilia. Sono stata accolta da un sorridente Carlos Lavado che in un misto di Italiano, dialetto Romagnolo e accento Venezuelano ha chiamato in causa i funzionari del box per “dare una moto alla ragazza diobbono”. “Lo sapremo solo per le 14:00, al momento è tutto pieno” è stata la risposta del responsabile. Ok, aspettiamo. Intanto facciamo il giro dell’autodromo e osserviamo da vicino il popolo di Imola tra ex piloti, team che facevano le prove e tantissima gente che ha partecipato alle prove libere in questo giorno, ha riempito i box. La struttura in sé è molto curata ed i Marshall professionali e cortesi, lieti di fare due chiacchiere su MissBiker durante la pausa pranzo.

Arriva l’ora e torno ai box, abbiamo una moto. Bene! Un briefing e 15 minuti dopo salgo sulla Tuono 1100RR, vedendo che facevo fatica ad arrivare al suolo gli istruttori hanno raddrizzato la moto, chiuso il cavalletto e sono partita senza neanche avere il tempo necessario per sviluppare l’ansia. Tra il pit lane e il tamburello ho opportunamente notato che stavo per scoprire la frenata, il freno motore in (v4 ricordiamocelo), la risposta delle sospensioni e delle gomme tutte insieme alla prima staccata.

Per fortuna la mia moto aveva le gomme già calde e sono riuscita ad arrivare al tamburello seguendo da vicino il nostro apripista. Sinistra, destra e siamo sul pezzo dritto che porta alla variante Villeneuve, apro tutto e i 175 cavalli della Tuono si fanno sentire, entrando in azione man mano che raddrizzo la moto, tenuti al guinzaglio dall’ottimo sistema Traction Control. Mentre sentivo il manubrio che si alleggeriva in accelerazione, ero più che contenta di non aver avuto abbastanza tempo di giocare con l’elettronica, lasciando le impostazioni sui livelli intermedi, incluso il wheelie control. Freno, un altro sinistra – destra e siamo all’uscita verso la curva Tosa, un tornante in salita e un’accelerazione che porta alla doppia curva della Piratella, con una nuova discesa verso le Acque Minerali: un agglomerato fatto da una curva a doppio punto di corda che finisce con un’effettiva S, all’uscita della quale si trova la salita per la Variante Alta.

Uno stretto e agile Destra-Sinistra che ci riporta alla discesa un po’ (tanto) stressante verso la Rivazza. Il misto di emozioni che si sperimenta mentre si è alle prese con questa discesa merita un nome tutto suo. Una lieve curvatura a destra, che però necessita di rimanere interni per l’ingresso alla prima parte della successiva doppia curva a sinistra. Le sospensioni della Tuono mantengono la moto stabile in questa spaventosa staccata in discesa e mentre navigo tra le due curve della Rivazza inizio a preparami per cercare il punto d’ingresso della variante bassa, quella per la quale ho dormito male, per intenderci. Già, questa piccola S sul rettilineo dei box è talmente invisibile che puntualmente il nostro apripista alza il braccio e punta a sinistra.

Anche i cartelli che segnalano la distanza segnano una freccia a sinistra, ma nonostante tutto questo per tutti i giri successivi mi trovavo a dover cercare questa variante, chiudendo troppo presto il gas per evitare di fare un dritto. La buona notizia è che anche se ci si trova effettivamente a fare il suddetto dritto, si finisce per percorrere la versione alternativa del circuito, riemergendo dopo il piccolo pezzo di rettilineo. In ogni giro successivo ho cercato di spingere la Tuono sempre di più, scoprendo i lati più raffinati di questa bestiale supernaked.

La potenza e la coppia di questo V4, proveniente dalla RSV4 ma maggiorato per ottimizzare il rapporto cavalli/coppia, mette alla mia disposizione ben 175 cavalli con 121 nm di coppia. Numeri che bastano e avanzano per farmi evaporare con un highside alla prima accelerazione, se non fosse per il ben calibrato controllo di trazione che interviene in modo preciso e liscio. Il cambio, con il quick shift è preciso e con un gioco della pedivella corto rispetto ad altre naked.

Il telaio e la maggior parte dei componenti presi direttamente dalla RSV4 ma rielaborati con dei piccoli accorgimenti che rendono la tuono più agile nei cambi di direzione e più comoda per l’uso stradale. La posizione in sella, infatti, è sportiva ma comoda al punto giusto, con un manubrio abbastanza basso che permette di sdraiarsi sul serbatoio senza lussarsi le spalle ma sufficientemente alto per limitare quasi a zero i dolori che mi sarei aspettata ai polsi con un tracciato così variabile e pieno di staccate in discesa. Rientrata nei box non sapevo come contenere le emozioni, le guance mi facevano male dal sorriso che mi si è spalmato sul viso.

Si, un turno a Imola non è niente di speciale, diranno alcuni, ma questa pista nel passare degli anni per me ha acquisito una valenza sentimentale, il luogo di pellegrinaggio, vicino ma allo stesso tempo intoccabile. Se non fosse per questo meraviglioso giro di eventi, di persone che si sono messe in moto, di grande voglia di aiutare che mi ha subito cancellato ogni possibilità di tirarmi indietro, se non fosse per tutto questo forse oggi non avrei superato questo gradino mentale, e forse non avrei scoperto quanto possa essere divertente questa pista così speciale e fuori dal comune.

Grazie a: Special Bike Autodromo Enzo e Dino Ferrari di Imola

E a tutti gli amici che hanno contribuito a questa giornata.

Bella Litinetski – Motomaniaca

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