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Saper stare in sella: più gambe, meno braccia

12/05/2022
Marcella Colombari
Pubblicato in: ,

Bentrovate per la prima puntata di tecniche di guida dopo la scorsa introduzione! Cominciamo oggi a parlare di come si sta in sella, argomento fondamentale ma sottovalutatissimo. Le moto sono infatti costruite per aiutarci nella guida (quasi tutte – qualcuno ha detto Harley?) e offrono dei punti d’appoggio cruciali che dobbiamo capire, conoscere e sfruttare. Dobbiamo anche capire cosa non fare -che è altrettanto importante- e perché.
Non vi preoccupate, anche le Harley si guidano bene. A BikerX, la scuola dove insegno, facciamo proprio dei corsi specifici per moto custom! Tutto si impara, è importante però capire la propria moto con i suoi punti forti e punti deboli.

LA MOTO SI GUIDA CON LE GAMBE

Non possiamo iniziare a parlare di posizioni di guida senza aver chiarito un punto: la moto si guida con le gambe (e con lo sguardo, su cui farò un capitolo a parte).
E’ un concetto semplice, sconosciuto però alla maggior parte dei motociclisti che circolino su strada. Come tanti aspetti della guida in moto, infatti, è controintuitivo. Abbiamo un manubrio, giriamo il manubrio, curviamo… giusto? No, sbagliato!
Ci sono diversi motivi per cui non fare affidamento sulle braccia. Ci arriveremo tra poco.

DANZARE TRA LE CURVE

La moto è sensibilissima ai movimenti in sella. Occorre arrivare ad un’unione tra mezzo e pilota, una danza coordinata e più fluida possibile. La moto ama le buone maniere e la progressività. I comandi vanno dati per tempo (quindi non tutti insieme, magari a centro curva) così che telaio, sospensioni e gomme abbiano il tempo di digerirli e trasformarli in movimento. Anche i piloti sono estremamente progressivi nei comandi che danno alle moto, solo che al loro livello succede tutto più in fretta e per il nostro occhio può essere difficile notarlo.
Se guidate in questo modo la moto vi ripagherà con docilità, stabilità, prevedibilità. Se voi trasferite rigidità nei punti sbagliati (spoiler: le braccia), lei vi restituirà scossoni, ondeggiamenti di sterzo, brusche sgasate o sfrizionate, sottosterzo (tirerà dritta).

Dolcezza e progressività sono il segreto per una buona guida.

LO SPORT DI STARE IN SELLA

Partiamo da un punto fondamentale: la guida in moto è uno sport, non esiste il “giro a passeggio”. Dico questo in maniera assoluta perché se teniamo una postura scorretta e stiamo sulla sella come un sacco di patate (FOTO 1), rinunciamo a guidare attivamente la moto e siamo molto meno in controllo. Dobbiamo essere attive, usare i muscoli giusti, spingere in alcuni punti e rimanere morbide in altri.

La postura di base è importantissima e col tempo dovrete diventare capaci di analizzarvi da sole, mentre guidate.

Per fare questo, impariamo a fare in maniera ordinata il check del nostro corpo e non dimenticarci nulla: partiamo dalla punta dei piedi e arriviamo alla punta delle mani (e infine la testa).

Guardiamo l’immagine della postura corretta (FOTO 2) e facciamo il nostro check:

-i piedi devono essere aderenti ai battitacco, e appoggiati sull’avampiede. In questo modo sfruttiamo uno dei muscoli più sensibili del nostro corpo: il polpaccio. Provate a mettervi in piedi e spiccare un balzo verso l’alto. Sentito i muscoli che usate? Vedete che vi appoggiate sull’avampiede? Ecco, tenete in mente questo movimento e trasferitelo sulla moto per avere il massimo appoggio.

Foto 1

Foto 2

Non si sta sui talloni, e niente punte “a papera” (FOTO 1 e 3). Quindi… avampiedi! Usiamo cambio e freno e torniamo ogni volta nella posizione giusta (FOTO 4).

Foto 3

Foto 4

-Le ginocchia fasciano il serbatoio (FOTO 2 e 4). Dovete tenere un tono muscolare che vi consenta di sentire la moto con le gambe, il più possibile. Starci attaccate. Non parlo di stringere tutto il tempo, sarebbe impossibile. Ma se le allarghiamo (FOTO 1 e 3) ce ne dobbiamo accorgere, questo è l’obiettivo. Le gambe larghe possono andare bene solo in autostrada se le vogliamo riposare un attimo, ma per il resto le dobbiamo tenere aderenti al serbatoio (il quale, come vedremo, è uno dei punti più importanti dove spingere per curvare). Ogni volta che spostiamo i piedi per cambiare o usare il freno dietro, stringiamo le ginocchia per non perdere la presa sulla moto. Usiamo i nostri muscoli in maniera coordinata.

-La zona pubica è attaccata al serbatoio. Non dieci centimetri indietro, non cinque. Attaccata!
E’ il modo migliore per comunicare con la moto, rimanere a contatto il più possibile. Stare vicine al manubrio ci consente anche di stare più facilmente a braccia piegate (che è un bene) e meno caricate sui manubri.
La parte lombare non è schiacciata, ma leggermente ricurva (quindi pancia in dentro) e i muscoli del tronco, particolarmente gli addominali, sono ben attivi.

Foto 5

Le spalle sono basse e rilassate, e i gomiti sono alti. Questo è uno dei punti meno noti.

Dobbiamo formare un piano immaginario che va dalle mani alle spalle, passando per i gomiti (FOTO 2 e 5).

Il motivo è duplice: avremo più leva e spazio, quando ci muoviamo di lato col busto, perché le braccia non ci bloccheranno, e inoltre saremo “obbligate” a non appoggiarci allo sterzo (o almeno sarà più difficile).

Da fuori può sembrare una postura tamarra e poco femminile, ma fregatevene. I vantaggi sono molteplici.

Gomiti alti!

Le mani appoggiano sulle manopole… in obliquo. Proprio così: provate a tenere i gomiti larghi, e poggiate le mani con naturalezza sul manubrio, vedrete che non cadranno “dritte” (FOTO 6) ma appunto, metterete le mani oblique sulle manopole (FOTO 5 e 7).

Foto 6

Foto 7

E’ uno dei movimenti assolutamente controintuitivi, come vi anticipavo, ma questa è la tecnica corretta. Il senso è obbligarvi a tenere i gomiti larghi e, ancora una volta, aiutarvi a non appoggiarvi al manubrio. Due dita vanno sempre tenute sia sul freno, che sulla frizione. Se sentite le leve troppo lontane, regolatele e avvicinatele. Ricordate che il freno anteriore si regola a gas chiuso (quando frenerete, avrete chiuso il gas) e non deve essere così vicino da schiacciarvi le dita
Questo è un buon momento anche per regolare l’altezza delle leve (c’è solo una brugola da allentare, molto facile). Per capire quale sia la posizione giusta, ricordatevi il piano immaginario spalle-gomiti-mani (FOTO 2 e 5).

Foto 8

Le leve devono continuare quel piano, quindi i polsi devono essere stesi (FOTO 7) e non fare un angolo (FOTO 8). Quell’angolo (insieme all’abitudine di appoggiarsi ai manubri) è alla base del dolore ai polsi e del tunnel carpale. Abbassiamo quelle leve e stendiamo i polsi, la nostra salute ringrazierà (e saremo più comode alla guida).

-La testa deve seguire il tronco nei movimenti laterali, per evitare di avvitarsi col busto. Lo sguardo deve anticipare le nostre decisioni e darci il tempo di percepire bene la velocità, e quindi dev’essere alto (ma ovviamente muoversi per fare lo “scan” della superficie stradale). Non vi preoccupate, torneremo su questo aspetto con un intero capitolo dedicato, perché è uno degli argomenti più magici della guida in moto!

Quindi avete capito: dalla punta dei piedi, alla punta delle mani (e poi la testa). Allenatevi a riconoscere la vostra postura mentre guidate, e non vi sfuggirà niente!

METTERE I PESI DOVE CONTANO

Vi ho già anticipato che la moto risponde male alla rigidità sulle braccia, e ora vi spiegherò il perché. Ci sono invece delle parti della moto dove occorre essere tonici, e per questo serve proprio la parte del corpo che nessun principiante userebbe mai: le gambe.
Se siamo in grado di tenere gambe e addominali attivi, e braccia larghe, leggere e scariche, la moto sarà enormemente più facile da guidare.
Quindi, come mettere questi pesi sulla moto?
-70% Gambe
-30% Sedere
-0% Mani

Esatto, zero percento! Non ci dev’essere peso sul manubrio. Vi do un semplice esercizio: mettete il cavalletto, salite sulla moto e sistemate la postura come vi ho spiegato. Il cavalletto dovrebbe reggere bene, ma per sicurezza fatevi aiutare da una persona che vi tenga stretta la moto.
Adesso togliete solo le braccia: dovete sentire quali muscoli usate per sostenervi. Provate a spostare il busto di lato, da una parte e dall’altra, e poi avanti verso il serbatoio e ancora indietro, sempre senza braccia. Lo sentite il peso che mettete sulle pedane? Le ginocchia che stringono il serbatoio con l’aiuto degli adduttori? Gli addominali e i dorsali belli attivi? Ecco, ora rimettete le mani sul manubrio e continuate a tenere quei muscoli, vedrete che sarete in grado di tenere la moto mettendo zero peso sulle manopole.
Questo esercizio dev’essere il vostro backup mentale, tutte le volte che avrete il dubbio di starvi appoggiando ai manubri. Vi sarà utilissimo. Via il peso da quelle braccia, e tenetele flesse e alte!

Ma veniamo al dunque: perché non dobbiamo caricare il manubrio, e perché invece il peso va sulle gambe?

LE OHLINS MIGLIORI DEL MONDO, E I TUBI D’ACCIAIO

In sella noi siamo parte integrante della ciclistica. Siamo un prolungamento di telaio e sospensioni. Dobbiamo usare il nostro corpo per aiutare la moto, non per ostacolarla.
Ora, immaginate di stare sulla moto, a busto dritto, e che le vostre braccia siano due tubi d’acciaio appoggiati alle spalle e saldati al manubrio. Ogni buca o imperfezione stradale si ripercuoterà su di noi, e di rimbalzo anche sulla moto. Lo sterzo sarà bloccato e riluttante a curvare… e potrei continuare.
Ecco, quei tubi d’acciaio sono le nostre braccia rigide, grande nemico della guida! Dobbiamo avere le braccia più morbide possibili in ogni singolo momento della guida. Altrimenti, la moto non digerirà le imperfezioni, e non curverà.

Come tenere le braccia morbide? Spingendo sulle gambe e stringendo gli addominali. 

Ricordate l’esercizio sul cavalletto? Quello!

Infine pensiamo al perché sia così importante spingere sulle pedane. Qui è questione di stabilità, ed entra in gioco il baricentro, che è il centro della massa della moto. Noi abbiamo il compito di tenere il baricentro moto/pilota stabile, quando forze esterne tenderebbero invece a spostarlo (lo vedremo nel prossimo capitolo dedicato alle posizioni in curva). Se noi spingiamo sulle pedane, stiamo mettendo il peso nel punto più vicino al centro delle masse e diamo così stabilità alla moto. Inoltre, usiamo le gambe come se fossero delle sospensioni aggiuntive, e vi assicuro che sono meglio delle migliori Ohlins al mondo!

IN CONCLUSIONE

Solide sotto, leggere sopra. Diamo stabilità alla moto in basso, e lasciamola muovere sopra.
Molliamo le braccia, stringiamo quelle gambe e quegli addominali.
Se a fine viaggio avremo male alle gambe, bene! Con l’allenamento vedrete che andrà sempre meglio. Se invece avremo male alle braccia, facciamoci il promemoria di curare meglio la nostra postura. Vi assicuro che anche dopo parecchi anni di esperienza, non c’è giro in cui non mi corregga mille volte mentre guido. La stanchezza mentale o fisica, le distrazioni, i tratti di strada dritti, sono tutti nemici che ci faranno prendere una postura sbagliata. Il nostro compito è accorgercene, e intervenire ogni volta che sia necessario. Quando siamo in autostrada o su una statale dritta possiamo rilassarci, ma in mezzo alle curve dobbiamo essere belle attive e in controllo.
Adesso sapete perché, e come fare.

Mi raccomando, gambe!!

Marcella Colombari
per BikerX

 

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