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Taye Perry: la Lady di Ferro

13/01/2020
Lisa Cavalli
Pubblicato in: ,

Taye Perry è cresciuta in una fattoria vicino a Pretoria, in Sudafrica. L’energica “Pocket Rocket” si sta avvicinando all’impresa per cui è nata: diventare la prima donna africana a finire la Dakar su una moto.

I suoi occhi scintillanti e i capelli ricci sono la combinazione perfetta per il suo approccio dinamico e le chiacchiere piene di entusiasmo. Non c’è dubbio che Taye Perry è al settimo cielo per essere nel bivacco a Riyadh il giorno di riposo della Dakar:

“Normalmente la sella della mia moto è l’unico posto dove amo stare ma, anche se non mi sento tanto stanca, mi sembra un grande risultato aver superato sei tappe, sentirmi nel mio elemento qui e sapere che posso ancora arrivare alla fine.”

La sudafricana ha fatto molta strada da quando ha guidato per la prima volta una moto da adolescente, come spiega Heyn Perry, suo massimo sostenitore e team manager nel rally: “Mi pare avesse 14 anni quando, sfogliando gli album di foto di quando ero più giovane, si è imbattuta in alcune in cui impennavo. Ha subito detto che voleva provarlo, quindi le ho comprato una moto e le è piaciuto”

 

“Le dimensioni e la cilindrata delle moto di Taye hanno continuato a crescere e questa ragazza non ha più smesso di scalare le classifiche della scena sudafricana vincendo anche diversi campionati nazionali femminili. Abbastanza da stimolare il suo appetito per le sfide più difficili: “Ho visto Laia Sanz e altre ragazze correre nella Dakar, quindi ho pensato di poter provare anche io. Ho partecipato per la prima volta al Rally di Merzouga e al Rally del Marocco. È andata davvero bene, quindi ho detto “Ottimo” e mi sono iscritta alla Dakar.”

A metà gara, la motociclista alta 158 cm rimane guardinga riguardo al suo sogno di arrivare al traguardo e nonostante il suo naturale ottimismo afferma: “So che ci saranno un sacco di dune la prossima settimana ed è qui che potrò lottare. Quando cado è davvero difficile sollevare una moto da 150 kg quindi devo assicurarmi di non trovarmi in questa situazione 20 o 30 volte al giorno!”

Fonte: Dakar.com

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