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Thailandia: l’itinerario delle 4.000 curve

11/04/2023
Alicia Sornosa
Pubblicato in: ,

Ogni volta che preparo un viaggio mi piace informarmi sul paese che visito, per sfruttare al meglio il tempo e capire meglio la cultura e le tradizioni locali. 

Per me controllare il meteo è fondamentale, non mi piace viaggiare in luoghi molto freddi o con molta pioggia, quindi è essenziale sapere quando arriva il monsone nelle zone tropicali. Durante i mesi di febbraio e marzo, la stagione secca o l’inverno, non piove quasi mai e le temperature sono miti al sud e fresche man mano che ci si avvicina al nord, è perfetto per viaggiare!

Preparazione del viaggio

Dopo aver scelto l’itinerario, preparo il bagaglio. Questa volta devo essere precisa con il peso, poiché dovrò trasportarlo da un paese all’altro in aereo e non voglio avere troppo carico. Quindi scelgo l’abbigliamento da moto (giacca di pelle traforata, jeans e scarpe da ginnastica, il tutto completato dalle protezioni per la mia sicurezza).
Per visitare i templi e altri luoghi preparo jeans, pantaloncini, magliette, un vestito estivo, sandali e scarpe comode. Inoltre, nella trousse metto solo la crema per capelli (lo shampoo si trova facilmente), alcuni antinfiammatori (ibuprofene) e pastiglie per il dolore che tengo sempre nella giacca, perché in caso di incidente devono essere a portata di mano.
Per quanto riguarda la tecnologia, porto il mio laptop, una fotocamera 360 e la mia Osmo Pocket, un telefono cellulare e un hard disk esterno, e questo materiale è sufficiente per registrare. Non mi dimentico di portare un supporto per il telefono cellulare, che fungerà da navigatore. Metto tutto dentro una valigia stagna per la moto da 20 kg e uno zaino che porterò anche in cabina sull’aereo.
Pronta per partire! Ovviamente non dimentico i documenti: passaporto valido (con più di un anno di validità e diverse pagine libere), patente internazionale e un passaporto scaduto che intendo lasciare come cauzione quando affitterò una moto.

Thailandia e il Loop di Mae Hong Song 

È un percorso circolare di circa 600 chilometri che inizia e termina nella città di Chiang Mai e ha 4.088 curve. Si trova nella provincia omonima, nel nord della Thailandia. Il percorso mi porterà insieme alla mia amica Marcia Susaeta, che arriva dal Cile, attraverso paesaggi montuosi mozzafiato, foreste tropicali e piccoli villaggi etnici che ci offriranno una visione autentica della cultura e dello stile di vita in questa parte del paese asiatico. Visiteremo antichi templi, spettacolari cascate e mercati locali, oltre a deliziarci con la meravigliosa cucina thailandese.
Questa strada tortuosa che attraversa le montagne ci regalerà vedute mozzafiato dei paesaggi circostanti, a volte passando quasi vicino al confine con il Myanmar. Lungo il percorso alloggeremo in piccole pensioni, hotel economici e ostelli.
Il Loop di Mae Hong Son è un’emozionante avventura per chi vuole vivere la bellezza naturale e la cultura della Thailandia in modo unico e indimenticabile. Noi siamo pronte e, dopo due notti a Bangkok per acclimatarci, partiamo in aereo per Chiang Mai.

Bangkok 

Arriviamo in orari diversi, io dalla Spagna qualche ora prima di Marcia dal Cile. Inizialmente pensiamo di noleggiare una moto per muoverci in questi primi tre giorni in città, ma alla fine scopriamo l’app GRAB (come Uber, ma per l’Asia), che ci permette di muoverci rapidamente e a un prezzo accessibile.
Nella capitale della Thailandia ci sono tutti i tipi di alloggi a prezzi molto convenienti, il cibo è economico e delizioso ed è pieno di centri commerciali con imitazioni economiche… ma noi non siamo qui per fare shopping, siamo qui per esplorare. Affittiamo una barca con altri due turisti per navigare su alcuni dei canali della città. Visitiamo diversi templi: vi consiglio il Wat Phu, dove i massaggi sono molto economici. E di notte, passeggiamo nel quartiere cinese, una vera e propria follia, assaggiamo persino degli insetti in alcuni degli stand! Il cibo cinese sorprende sempre e non ha nulla a che vedere con quello che si può trovare nei ristoranti cinesi in Europa, qui sono molto più autentici. Ci sono bazar, negozi di moto con centinaia di caschi assurdi (e vietati in Europa) come quelli cha hanno una forma speciale per poter far uscire fuori la coda senza problemi.

Bangkok è una città enorme piena di attrazioni. Come il suo mercato dei fiori, a un’ora dal centro, dov’è possibile noleggiare una barca e remare tra i banchi, o la tappa quasi obbligata a Shukothai, a un’ora di distanza. Un’antica città piena di impressionanti stupa e antichissime rovine. Dopo vari massaggi, cibo piccante e templi, ci prepariamo per prendere un volo interno e arrivare a Chiang Mai. I voli interni in Thailandia sono davvero economici, se prenotati con un po’ di anticipo si può viaggiare per circa 40€ andata e ritorno. Tuttavia, il bagaglio si paga a parte (altre 20€ per una valigia da 20 kg). Ci sono compagnie aeree come Asian Air o Nock Air che coprono tutte le rotte. Alicia Sornosa Thailandia

Chiang Mai: noleggio di moto all’estero 

Chiang Mai è una città nel nord della Thailandia, conosciuta per i suoi antichi templi, la sua vibrante cultura e il suo bellissimo paesaggio naturale. È la seconda città più grande della Thailandia dopo Bangkok ed è considerata la capitale culturale del nord del paese.
La città ha moltissimi templi, come il Wat Phra That Doi Suthep, situato su una montagna con una vista impressionante sulla città, e il Wat Chedi Luang, famoso per la sua enorme
chedi o stupa. È anche famosa per i suoi mercatini notturni, dove è possibile trovare una varietà di prodotti locali, dei prodotti artigianali e street food. La città è anche un centro della cultura del massaggio thailandese e offre molte opzioni, a prezzi e in luoghi diversi. È una cosa che non si può non provare in questo paese e un massaggio può costare anche meno di 10€.

Mentre ero ancora in Spagna sono diventata matta a cercare un noleggio di moto a Chiang Mai; e non perché non ne ce ne fossero, ma perché ce ne sono troppi! Ci sono decine di negozi di noleggio, anche se per mia gran delusione la maggior parte noleggiano solo scooter. Ma basta chiedere! Un simpatico viaggiatore ci consiglia un negozio: Pop Motorbikes. Lì hanno a disposizione dalle moto da trail fino alle Royal Enfield HNTR 450 con cui volevamo girare. È l’ultimo modello dell’azienda inglese e volevamo provarlo su strada, ve ne parlerò alla fine del post.

Per noleggiare una moto prima della partenza dal proprio paese basta fare un bonifico o scrivere all’indirizzo email sulla pagina web. Sono totalmente affidabili. Una volta prese le nostre moto, decidiamo di fare il Mae Song Loop. Un amico di un amico di nome Chart Chai ci aiuta, ha una piccola agenzia in questa città. Se avete bisogno di aiuto per il vostro viaggio nel nord della Thailandia, non esitate a contattarlo (+66 92 696 4928). 

La strada del Loop di Mae Hong Son 

Dopo aver visitato la bella e rilassante città di Chiang Mai e con una forte voglia di guidare le moto, partiamo verso ovest. In realtà, giriamo a vuoto attorno al canale della città fino a quando non troviamo la strada giusta. Il sole ci batte in pieno viso, ma nonostante il caldo riusciamo a trovare la strada giusta e a iniziare il nostro viaggio. Prendiamo la strada 1088 in direzione di Pai. Non è la strada più breve, ma ci permette di visitare il Parco Nazionale di Doi Inthanon, una foresta tropicale di una bellezza unica. Allontanandoci ci lasciamo le montagne alle spalle e iniziamo a salire su una strada perfettamente asfaltata, mentre svoltiamo a destra e sinistra. Conto fino a 67 curve, poi smetto, in realtà non smetti di curvare neanche per mezzo chilometro, se non sei abituata può risultare faticoso, anche se i paesaggi che circondano queste curve sono così belli che fanno scomparire anche quel leggero capogiro.

Il percorso segue una strada tranquilla, senza traffico pesante, con qualche auto e soprattutto moto. La cosa migliore è uscire in qualsiasi strada sterrata, dove sicuramente si può trovare un piccolo villaggio etnico, una cascata… c’è sempre una sorpresa dietro l’angolo. Per me esplorare fa parte del viaggio, quindi lo faccio senza fretta, praticando lo #SlowRide.

Durante il viaggio è possibile fermarsi per dormire in qualsiasi piccola città o villaggio, di solito non c’è problema per trovare un hotel. Quando si fa tardi usiamo un’app, altrimenti curiosiamo camminando fino a trovare un posto dove riposare. Le curve salgono e scendono per le pendici e si vedono sempre più montagne e giungla, montagne verdi piene di liane e grovigli di piante rampicanti che si susseguono l’uno dopo l’altro. Mi colpisce molto vedere i margini carbonizzati di questa giungla. Poi scoprirò che i locali bruciano la vegetazione per far uscire i funghi Shitaake ricchi e quotati, oltre che per liberare future aree di coltivazione di papaya o per lasciare a riposo la terra.

Questo paesaggio ci accompagna per giorni, e cambia solo quando arriviamo alle piantagioni di tè e più tardi, quando cominciamo a tornare indietro, si converte in un bellissimo ruscello circondato da campi di riso. La strada ci porta attraverso piccoli villaggi con bellissimi templi colorati all’ingresso. Fermarsi a vederli e fotografare le nostre moto è un’esperienza piacevole, nessuno ci impedisce di farlo e le persone che incontriamo ci salutano con un sorriso. La natura paziente, gentile e sorridente dei thailandesi rende il viaggio molto piacevole. Inoltre, non sono così male nel guidare, infatti rispettano i segnali stradali e di solito sono attenti a coloro che viaggiano in moto. 

Alicia Sornosa Mekong

Da Chiang Mai a Pai 

La prima città che attira la nostra attenzione è Mae Sariang, una piccola città attraversata dal fiume Pai, perfetta per fermarsi e rinfrescarsi. Ma la nostra meta è la città di Pai, che ha molte attrazioni da non perdere, dal tempio di stile birmano Phra That Doi Kong Mu, al suo bellissimo centro dove si trova un lago naturale dall’acqua cristallina e medicinale (secondo la leggenda), intorno al quale facciamo una bella passeggiata al tramonto. Inoltre, vediamo decine di bancarelle di delizioso street food lungo la passeggiata intorno al lago. Accendono le cucine e al tramonto alzano i tendoni, trasformando quella parte della città in un misto di luci colorate, fumo e odori allettanti.

La notte è divertente e interessante, soprattutto quando incontriamo Anna, una guida thailandese che parla spagnolo e che decide di accompagnarci nella bella città. Gli alberghi sono veramente economici in questa stagione dell’anno e dopo la pandemia ci sono ancora pochi turisti che arrivano fin qui, quindi è facile negoziare il prezzo di un resort elegante. Per 20 euro abbiamo una bellissima camera, con una colazione completa e un giardino tropicale perfettamente curato dove perdersi passeggiando.

La mattina presto, prima che il sole riscaldi i nostri caschi, prendiamo le nostre Royal Enfield HNTR e ci addentriamo nella montagna. Curve a destra e sinistra in una serie infinita di salite e discese, una figata! Queste moto sono semplici, maneggevoli e divertenti, inoltre, rimango piacevolmente sorpresa dal sedile molto confortevole. La nostra tappa successiva, dopo 3 ore di curve, è il piccolo e grazioso villaggio di Pai, tra le montagne, con un’atmosfera super occidentale e da viaggiatore stile “zaino in spalla”. Ci fermiamo a mangiare e a ripararci dal calore. Approfittiamo anche per caricare il cellulare che con tutte le foto fatte le nostre batterie sono sempre scariche. Pai è pieno di giovani che arrivano in motorino, ci sono un sacco di posti dove dormire e sembra molto piacevole. Il menu del locale dove ci fermiamo offre, tra le altre cose, deliziosi vermi, cavallette o formiche, da prendere come aperitivo… voi li provereste? L’influenza delle tradizioni culinarie cinesi è arrivata anche in questa parte della Thailandia.

Da Pai a Fang 

Prima che il sole inizi a calare, decidiamo di lasciare il posto visto che ci rimane da percorrere la strada fino a Chiang Dao, una città attaccata alla montagna, per poi arrivare a Fang. Ma non abbiamo considerato la lentezza della strada e ci troviamo ancora in sella al tramonto! Io non amo guidare con la luce al calar del sole: ti puoi trovare di tutto, animali, bambini in bicicletta e veicoli senza luci. Arriviamo a Fang più tardi del previsto, già di notte, sporche di polvere e stanche, e con i nervi a fior di pelle per aver evitato più di un cane sulla strada. Scegliamo un hotel che costa 15 €, vicino a un mercato. Nonostante non ci sia quasi nessuno per la strada, usciamo per mangiare un boccone. Tra le bancarelle per strada e un piccolo negozio aperto all’interno del mercato, ceniamo. Il Pad Thai che cucinano nelle bancarelle non delude mai ed è sempre gustoso. La mia amica Marcia ha mal di pancia, perché da giorni ha un po’ di “ingorgo”. Mentre ceniamo a un tavolo del mercato, parliamo con i pochi locali presenti. A gesti, qualcuno regala a Marcia dei tamarindi, che risolvono il suo problema durante la notte e Marcia si sente finalmente libera al mattino. 

Non smettete mai di cercare di comunicare con i locali e di imparare alcune parole essenziali, come “per favore” o “grazie”, “ciao” “buongiorno” … sempre ve ne saranno grati.

Il Triangolo d’Oro

Ci sveglia un’altra mattina di nebbia e freddo, si nota che non siamo più al sud. Ci vestiamo bene, compriamo acqua per la strada e continuiamo a guidare verso nord. Oggi le curve finiscono, ma prima dobbiamo superare le tre file di montagne che ci rimangono. Salendo e scendendo, il paesaggio comincia a cambiare. Dai boschi alle bellissime piante tagliate come se fossero parte di un enorme giardino francese in montagna. Sono le piantagioni di tè, a circa 1200 metri di altitudine.

I villaggi sembrano appesi alle ripide pendici e le persone hanno tratti diversi. Molti indossano bellissimi abiti colorati, con nastri cuciti su gonne e giacche, ricamati con fili colorati e d’oro. Le donne portano dei bellissimi cappelli con molte perline e palline dorate che incorniciano le loro facce stanche. Di sicuro si sono esposte al sole tutta la vita. Lavorano nei campi raccogliendo tè o coltivando papaya, mango e molti altri frutti che non riconosco, tutti deliziosi e dai colori sgargianti. Ci fermiamo in una piantagione di tè, vale la pena soffermarsi in questo paesaggio così strano. C’è un bellissimo negozio e dei tavoli all’aperto dove mangiamo. Il cibo è sempre delizioso e sano: funghi saltati con soia e un’insalata di papaya così piccante da farmi piangere. Naturalmente, beviamo un delizioso tè verde che ci dà energia per continuare a scendere dalla montagna verso nord.

Verso le cinque del pomeriggio, arriviamo al punto più a nord della Thailandia, proprio al confine con la Birmania. Un posto orribile come ogni città di confine, pieno di bancarelle che vendono di tutto, gente che va e viene e molta sorveglianza e polizia. Non vale la pena perdere tempo lì. Andiamo via in fretta, guardando la pianura che abbiamo davanti; le curve e le montagne scompaiono dando spazio ai campi di riso e alle valli verdi del fiume Mekong. Prima del tramonto, arriviamo al Triangolo d’Oro, un posto famoso tra i turisti, e da lì vediamo quel punto incredibile dove si incontrano la Thailandia, il Laos e la Birmania. Siamo a metà del nostro percorso, ci lasciamo alle spalle le curve, il clima è molto più fresco e ci restano ancora molto posti incredibili da vedere.

Alicia Sornosa

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